Papa Francesco celebrerà la Messa in Coena Domini, Giovedì Santo, nel carcere di Civitavecchia, e il rito della lavanda dei piedi sarà con 12 carcerati, individuati tra i 500 ristretti dell’istituto penitenziario. La notizia in un comunicato dell’Ispettorato dei Cappellani delle Carceri.
“Siamo grati al Santo Padre – ha commentato don Raffaele Grimaldi Ispettore dei cappellani delle carceri d’Italia – per aver scelto, ancora una volta, una periferia esistenziale, un luogo di prossimità per rilanciare al mondo un messaggio di vicinanza e di speranza”.
Don Grimaldi ha aggiunto che “lavare i piedi a 12 prigionieri, chinarsi davanti alle loro povertà e alle loro debolezze, lavare i piedi di coloro che hanno percorso strade di violenza, calpestando i diritti degli innocenti vuole significare per noi operatori un gesto umile, incomprensibile e scandaloso che Gesù buon Pastore, ha consegnato all’umanità”.
Sarà un gesto in forma strettamente privata. “La visita del Papa al carcere di Civitavecchia – si legge in un comunicato – è un balsamo di consolazione della Chiesa, è un asciugare le tante lacrime delle solitudini umane, è uno spalancare il cuore sofferente ai ristretti, alla fiducia e alla speranza; il gesto ricorda che nessuno può essere lasciato da solo in un mare in tempesta. Ed è proprio dalla collina del Calvario che Il Cristo Crocifisso lancia una sfida di Speranza verso il buon ladrone: “Oggi tu sarai con me in Paradiso”.
La tradizionale “Missa in Coena Domini” prevede il rito della “Lavanda dei piedi”. Anche in passato Papa Francesco ha voluto dedicare questo momento ai detenuti. L’ultimo pontefice ad aver visitato ufficialmente Civitavecchia è stato San Giovanni Paolo II.
La prima messa del Giovedì Santo che è stata celebrata fuori da San Pietro o dal Laterano è stata quella che volle fare Papa Francesco nel 2013, al suo primo anno di pontificato, nel carcere minorile di Casal del Marmo dove per la prima volta un Papa si inchinò e baciò i piedi ad una ragazza musulmana.