Un nuovo incontro con il patriarca di Mosca era programmato per giugno a Gerusalemme. “Potrebbe creare molta confusione” ha spiegato il Pontefice.
E sulla visita a Kiev dice: “Non posso fare nulla che metta a rischio obiettivi più elevati”
Papa Francesco esclude al momento un incontro con il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, sullo sfondo della guerra in Ucraina. La relazione col patriarca russo “è molto buona”, afferma Jorge Mario Bergoglio in una intervista al quotidiano argentino La Nacion.
“Mi dispiace che il Vaticano abbia dovuto revocare un secondo incontro con il patriarca Kirill, che avevamo programmato per giugno a Gerusalemme.
Ma la nostra diplomazia ha capito che un nostro incontro in questo momento potrebbe creare molta confusione”. L’incontro era in programma da tempo, dopo il primo storico incontro all’Avana nel 2016.
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“Ho sempre promosso il dialogo interreligioso“, prosegue Francesco. “Quando ero arcivescovo di Buenos Aires, ho riunito cristiani, ebrei e musulmani in un dialogo fruttuoso. E’ stata una delle iniziative di cui sono più orgoglioso. E’ la stessa politica che promuovo in Vaticano. Come mi hai sentito molte volte”, dice Bergoglio al giornalista Joaquin Morales Solà che lo intervista, “per me l’accordo è superiore al conflitto”.
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Un incontro molto atteso quello con il patriarca russo, soprattutto da Mosca come attesa è la visita a Kiev, dopo gli inviti ricevuti dal sindaco della città e dal presidente ucraino Zelensky, anche se il Pontefice ha spiegato: “Non posso fare nulla che metta a rischio obiettivi più elevati, che siano la fine della guerra, una tregua o, almeno, un corridoio umanitario – afferma -. A cosa servirebbe che il Papa andasse a Kiev se la guerra continuasse il giorno successivo?”. Sulla guerra ribadisce: “Tutta la guerra è anacronistica in questo mondo e in questa fase della civiltà. Ecco perché ho anche baciato pubblicamente la bandiera ucraina. È stato un gesto di solidarietà con i loro defunti, con le loro famiglie e con coloro che soffrono l’emigrazione”.
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Per il Pontefice il rischio paventato da Mosca che un’entrata dell’Ucraina nella Nato avrebbe messo in pericolo la sicurezza russa, non giustifica la guerra. “Ci sono sempre negoziati. Il Vaticano non riposa mai”, aggiunge poi Papa Francesco riguardo agli sforzi di mediazione con la Russia per fermare la guerra.
“Non posso dirvi i dettagli perché cesserebbero di essere sforzi diplomatici. Ma i tentativi non si fermeranno mai”, ha aggiunto.
Nell’intervista Bergoglio risponde, inoltre, al perché abbia scelto di non nominare mai il presidente russo Putin nel corso di questi ultimi mesi, parlando del conflitto in Ucraina: “Un Papa non nomina mai un capo di Stato e ancor meno un Paese, che è superiore al suo capo di Stato“.