Un cantiere per costruire nuove strade che conducano ai fratelli, specialmente ai più poveri: percorsi di educazione nelle scuole, nei collegi, nelle università dei circa cento paesi in cui i Fratelli delle Scuole Cristiane sono presenti. Papa Francesco definisce così, nel suo discorso, il Capitolo vissuto in questi giorni dalla Congregazione laicale fondata nel 1682 a Reims da san Giovanni Battista de La Salle.
“Il lavoro educativo – ricorda loro – è un grande dono prima di tutto per chi lo compie: è un lavoro che chiede molto, ma che da molto”. Forte la denuncia:
È stato rotto il patto educativo. È rotto. Lo Stato, gli educatori e la famiglia sono separati adesso. Dobbiamo cercare un nuovo patto che sia comunicazione e lavorare insieme: questa è un emergenza educativa.
Due sfide educative
Lo sguardo del Pontefice si concentra sull’emergenza educativa vissuta oggi a livello globale e resa più acuta dalle conseguenze della pandemia. Ai circa cento partecipanti all’udienza indica quindi due sfide: “fraternità” e “cura della casa comune”.
Voi, fratelli, fate parte di questo cantiere, anzi, siete in prima linea, educando a passare da un mondo chiuso a un mondo aperto; da una cultura dell’usa-e-getta a una cultura della cura; dalla ricerca degli interessi di parte alla ricerca del bene comune. Come educatori voi sapete bene che questa trasformazione deve partire dalle coscienze, oppure sarà solo di facciata.