Nel Mater Ecclesiae
Joseph Ratzinger, dopo pochi mesi dalla rinuncia al pontificato l’11 febbraio 2013, ha scelto di vivere nel Monastero all’interno dei Giardini Vaticani, dove risiede tuttora. È assistito dalle Memores Domini, consacrate laiche di Comunione e Liberazione, e dal segretario personale, monsignor Georg Gänswein, che negli anni ha sempre raccontato di una vita trascorsa tra preghiera, musica, studio e lettura e riferito aggiornamenti sulla salute.
Il legame tra Francesco e Benedetto
In numerose occasioni Papa Francesco stesso ha parlato del legame con il suo predecessore, che nell’Angelus del 29 giugno 2021, settantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale di Ratzinger, ha chiamato “padre” e “fratello”. Sin dall’inizio del suo pontificato, Jorge Mario Bergoglio ha avviato la ‘tradizione’ di incontrare il Pontefice emerito, a partire dalla prima storica visita del Papa neo eletto giunto in elicottero nella residenza di Castel Gandolfo, dove Benedetto ha alloggiato alcune settimane prima di trasferirsi in Vaticano. In vista delle festività natalizie o pasquali o in occasione dei Concistori con i nuovi cardinali, Francesco non ha mai voluto far mancare il gesto di vicinanza e cortesia di recarsi – come oggi – nel Mater Ecclsiae per gli auguri e un saluto. Così ha fatto con i nuovi porporati creati nel Concistoro dello scorso 27 agosto.
Benedetto XVI – che ha sempre continuato a ricevere visitatori in questi quasi dieci anni – ha incontrato il 1° dicembre scorso i due vincitori del Premio Ratzinger, il biblista francese padre Michel Fédou, e il giurista ebreo Joseph Halevi Horowitz Weiler, accompagnati dal presidente della Fondazione Joseph Ratzinger – Benedetto XVI, padre Federico Lombardi.
Il sostegno della Cei
Da più parti sono arrivati messaggi di sostegno e di augurio per il Papa emerito. Tra questi, anche un messaggio della Conferenza episcopale italiana (Cei), a firma del cardinale presidente Matteo Zuppi. “In questo momento di sofferenza e di prova, ci stringiamo attorno al Papa emerito”, scrive l’arcivescovo di Bologna. “Assicuriamo il ricordo nella preghiera nelle nostre Chiese, nella consapevolezza, come lui stesso ebbe a ricordarci, che ‘per quanto dure siano le prove, difficili i problemi, pesante la sofferenza, non cadremo mai fuori delle mani di Dio, quelle mani che ci hanno creato, ci sostengono e ci accompagnano nel cammino dell’esistenza, perché guidate da un amore infinito e fedele’”. “Il suo restare ‘in modo nuovo presso il Signore Crocifisso’, continuando ad ‘accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione’ – conclude Zuppi – costituisce un messaggio forte per la comunità ecclesiale e per l’intera società”.