Preghiamo perché gli educatori siano testimoni credibili, insegnando la fraternità anziché la competizione e aiutando in particolare i giovani più vulnerabili. E’ la richiesta di preghiera di Papa Francesco per il mese di gennaio 2023.
Questo sara’ l’anno della celebrazione della xvi assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione missione”, ma anche della Gmg di Lisbona.
Tutto ciò non è estraneo alla sollecitudine del Papa per i fedeli e per l’umanità intera. Infatti, quanto riguarda l’uomo e il suo rapporto con la Chiesa e il mondo trovano spazio nelle intenzioni che egli affida alla sua Rete mondiale di preghiera. Appunto per il 2023 il Pontefice ha scelto di invitare i fedeli a pregare ogni mese per una categoria di persone, per alcune situazioni, per tante urgenze che hanno bisogno di un surplus di aiuto dall’Alto. Tra le intenzioni ce ne sono dedicate agli educatori e alle parrocchie, ma anche alle vittime di abusi, alla sensibilizzazione per l’affermarsi di una cultura della nonviolenza, e per l’abolizione della tortura. Senza dimenticare le persone che vivono ai margini e quelle con disabilità.
A livello ecclesiale l’attenzione è rivolta ai due attesi eventi: il Sinodo e la Gmg. Considerando anche che vengono richieste preghiere per il Pontefice, i movimenti e le associazioni e per una vita eucaristica.
Le intenzioni mensili, come ha spiegato in varie occasioni il gesuita Frédéric Fornos — direttore internazionale della Rete mondiale di preghiera del Papa e del Movimento eucaristico giovanile — nascono da un lungo processo di discernimento. I suggerimenti giungono da tutti i gruppi della Rete mondiale diffusi nel mondo e dai giovani del Movimento eucaristico. È importante questo respiro universale che mette in risalto alcuni aspetti caratteristici di ogni Continente, in modo che il soffio dello Spirito venga ascoltato ad ogni latitudine per accogliere i bisogni di tanti fratelli e sorelle.
È per questo che la prima azione dei membri della Rete è il mettersi in attento ascolto non solo della voce di Dio, ma anche di quella del prossimo che interpella le coscienze. La bussola che guida la scelta delle intenzioni è cercare di guardare il mondo con gli occhi di Cristo e con la stessa sollecitudine del suo cuore per la Chiesa. Le proposte non vengono indicate solamente dai membri della Rete, ma anche dai vari Dicasteri della Curia romana e da altri organismi della Santa Sede. I vari temi suggeriti diventano oggetto di verifica e di preghiera da parte di una squadra di venti persone provenienti da diversi Paesi. Al termine viene fatta una votazione per selezionare i temi da presentare al Papa, al quale spetta l’ultima parola.
Questa prima documentazione aiuta il Pontefice nel suo discernimento. La sua visione universale sulla missione della Chiesa, il suo ascolto di tante persone e istituzioni, lo aiutano anche nella sua preghiera. In genere, due mesi dopo aver ricevuto le proposte, Francesco incontra il direttore internazionale e gli affida le sue intenzioni di preghiera ufficiali.
Sono trascorsi 178 anni dall’intuizione del gesuita francese François-Xavier Gautrelet, al quale si deve la fondazione dell’Apostolato della preghiera, divenuto adesso Rete mondiale. Basò questa opera sulla spiritualità del Sacro cuore di Gesù. Nel corso dei secoli, i Pontefici hanno sempre contato sulla preghiera fedele di questa invisibile rete spirituale. Bergoglio, il 17 novembre 2020, con un chirografo eresse in persona giuridica canonica e vaticana la Fondazione Rete mondiale di preghiera del Papa, con sede nello Stato della Città del Vaticano. Anni prima aveva istituito la Rete come opera Pontificia per sottolineare il carattere universale di tale apostolato e la necessità che tutti hanno di pregare sempre più e con sincerità di cuore.