Sabato della seconda settimana di Quaresima
L’amore grande è amore di profonda intimità e non ama lo spettacolo.
Quando si legge il Vangelo e ci si incontra direttamente con gli insegnamenti di Gesù si resta sempre sorpresi per la sublimità dei suoi insegnamenti. La sua etica non è mai etica da spettacolo. Gesù non fu mai un “attore” nel senso negativo della parola. Fu autentico attore protagonista perché compì le opere che il Padre gli aveva detto di fare.
Per non essere attori da spettacolo Gesù ci istruisce sulla qualità della nostra vita e si pone anche come maestro di comportamento. Esorta a non sfigurarsi il viso quando si digiuna. Esorta a rinchiudersi nell’intimità della propria “casa” quando si prega col Padre.
È questo un insegnamento altissimo. La nostra casa, autentica e vera, è quella dove “inabita” la Trinità Santissima. Noi siamo casa, dimora, santuario, tenda, tabernacolo di Dio.
Rinchiudersi nella propria casa non significa rinchiudersi nell’eremo della nostra esistenza. L’intimismo non è mai un fatto spirituale vero.
Occorre rinchiudersi nella propria casa, porsi in ascolto, prostrarsi in adorazione di Colui che ha fatto di noi la sua casa.
D’altronde è vero che “l’uomo è, di per sé, casa di orazione” e non deve mai trasformarsi in spelonca di ladri. 1 veri ladri nella vita dello spirito sono tutti coloro che, in qualsiasi modo, o cercano di rubarci Dio o cercano di passare davanti a lui nelle scelte e nelle preferenze. Sarebbe bello se tutta la nostra vita fosse vissuta come un continuo pellegrinaggio per giungere a quella “casa”, il nostro essere abitato da Dio Trinità. Lì, in noi, casa di Dio, dobbiamo vivere la conformità di lode e di amore con Gesù.
Aiutami, Signore, a prendere coscienza che tutto il mio essere, corpo ed anima, è la tua casa di preghiera. Fa’ che ti incontri sempre e non ti lasci mai solo.