La Chiesa ricorda oggi, 15 marzo, Santa Luisa de Marillac
A Parigi in Francia, santa Luisa de Marillac, vedova, che guidò con il suo esempio l’Istituto delle Figlie della Carità nell’assistenza ai bisognosi, portando a pieno compimento l’opera avviata da san Vincenzo de’ Paoli.
La vita
(Fonte santodelgiorno.it) Nasce a Parigi il 12 agosto 1591 da una famiglia nobile; il padre apparteneva ad una delle più importanti famiglie della Francia. Era una bambina intelligente e saggia. I suoi primi studi furono fatti nel convento delle domenicane di Poissy.
Nella giovinezza prova una prima esperienza religiosa: vuole entrare nelle Suore Cappuccine, ma l’idea non ebbe seguito soprattutto per motivi di salute.
A ventidue anni, morto il padre ed essendo già orfana di madre, sposa Antonio Le Gras, uomo onesto e credente. Alla fine di questo stesso anno diviene madre. Sempre fedele alla sua vita di pietà e all’amore verso i bisognosi, ha la fortuna di trovare nel suo cammino uomini che furono luminari nella sua epoca, come San Francesco di Sales, i cui consigli dovevano esserle di così grande conforto in alcune difficoltà.
LEGGI ANCHE: Le 12 promesse di Gesù ai devoti del suo Sacro Cuore: ‘Io darò loro tutte le grazie..’
Vedova nel 1625 si vede libera di darsi interamente alla sua ardente vocazione: la carità verso i poveri.
L’incontro con San Vincenzo de’ Paoli darà il definitivo orientamento nella via del bene al quale vuole consacrarsi. Parigi conosce lo zelo, l’ardente carità di questa donna. Per opera di lei e per iniziativa di San Vincenzo de’ Paoli sorge la Congregazione delle Figlie della Carità.
Alle prime suore, così diceva: «Onorate anche i malati e considerateli come i vostri padroni». Il loro campo d’azione è vasto e si estende dalla strada, da cui raccolgono gli infelici abbandonati, alle visite a domicilio, all’assistenza ai poveri.
Nelle umili e faticose opere della carità le Figlie della Marillac erano animate dai santi ideali che San Vincenzo de’ Paoli fissava nella prima conferenza alla novella comunità:
«Perfezionarsi senza sosta, per fare sempre più e meglio, per divenire migliori e più sante, per sempre far più bene attorno a sè»; e più tardi, parlando della regola che allora s’iniziava: «Le Figlie della Carità avranno per monastero una casa di malati, per cella una camera in affitto, per chiostro le strade della città o le sale degli ospedali, per clausura l’obbedienza, per cancello il timor di Dio, per velo la santa modestia». Idee queste del tutto rivoluzionarie in quell’epoca.
Passando gli anni le opere si moltiplicano: l’assistenza ai vecchi, piccole scuole, ricoveri ai ragazzi senza tetto e il difficile apostolato fra i galeotti.
La caratteristica dell’opera della Santa è stata l’unione di due generi di vita: una solida e profonda pietà fondata sulla preghiera costante e viva, e una carità ardente, che spinge all’azione, all’apostolato, a darsi a tutti per l’amore di Dio.
E questo nel lontano ‘600, quando tale genere di vita religiosa era sconosciuto alle donne che si consacravano a Dio.
La morte e il culto
Nel febbraio del 1660 Luisa s’ammalò e morirà l’11 marzo 1934. Negli ultimi istanti della sua vita diceva: «Figlie mie, bisogna soffrire prima di morire» e «Vivete da buone cristiane». Queste le ultime due raccomandazioni.
Venne beatificata il 9 maggio 1920 e canonizzata l’11 marzo 1934 dal Papa Pio XI.
Preghiera a Santa Luisa
O Signore, che, dopo aver fatto partecipe Santa Luisa della vostra compassione verso gli infelici, l’avete fatta partecipe della vostra potenza in loro favore, concedeteci, per i meriti suoi, la grazia che Vi chiediamo, affinché, dopo d’aver imitata la sua invitta pazienza e la sua ardente carità in terra, possiamo un giorno partecipare alla sua gloria lassù in cielo.
Per Cristo nostro Signore. Così sia.