Papa Francesco ha ricevuto la Fondazione Centesimus Annus in occasione del trentesimo anniversario della sua istituzione.
Ha espresso gratitudine per il loro impegno nella diffusione della Dottrina Sociale della Chiesa e ha esortato a promuovere un pensiero e un’azione che favoriscano la crescita di una comunità basata sulla pace. Ha richiamato l’insegnamento di Gesù nel Vangelo, sottolineando che si può servire solo Dio o il denaro, ma non entrambi contemporaneamente.
Papa Francesco ha citato le sue encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti, l’esortazione Evangelii Gaudium, nonché Paolo Grossi, ex presidente della Corte Costituzionale, e il poeta Giampiero Neri per sostenere il rifiuto di un’economia che “uccide” e genera “scarti”. Ha poi richiamato il monito di Gesù riguardo a non servire “due padroni” per mettere in guardia dagli effetti distruttivi dell’avidità finanziaria, come i movimenti forzati, le migrazioni, la tratta di esseri umani, la droga, la guerra e la violenza. Ha sottolineato la sfida di costruire un mondo in cui ogni individuo possa trovare il proprio posto.
Il Papa ha sottolineato l’importanza di una comunità che dia voce a chi è privo di voce, affermando che è ciò di cui tutti abbiamo bisogno.
Papa Francesco ha accolto i membri della Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice, che celebra il trentesimo anniversario della sua istituzione con una conferenza internazionale dal titolo “La memoria per costruire il futuro: pensare e agire in termini di comunità”. Ha riconosciuto che tutto ebbe inizio con l’enciclica di San Giovanni Paolo II nel centenario della Rerum Novarum di Leone XIII, e ha elogiato l’impegno della Fondazione nel promuovere la Dottrina Sociale della Chiesa.
Il Papa ha elencato le principali tematiche affrontate dalla Fondazione negli ultimi tre decenni: la centralità della persona, il bene comune, la solidarietà e la sussidiarietà. Ha sottolineato che queste sfide sono state trasformate in azioni concrete grazie ai contributi offerti da Francesco durante il suo pontificato. Ha poi affrontato il tema dell’economia, richiamando l’esortazione Evangelii Gaudium, in cui aveva messo in guardia dal pericolo di un’economia “malata”. Ha affermato che un’immaginazione della realtà che ponga la persona al centro e valorizzi i lavoratori può portare benefici per tutti.
Il Papa ha sottolineato che la cura dell’ambiente e l’attenzione ai poveri sono strettamente interconnesse, facendo riferimento all’enciclica Laudato si’. Ha affermato che nessuno può salvarsi da solo e che il recupero della fraternità e dell’amicizia sociale è fondamentale per evitare di cadere nell’individualismo che porta alla perdita della gioia di vivere e, in ultima linea, alla perdita della vita stessa.
Successivamente, il Papa ha focalizzato l’attenzione sul concetto di “pensare e agire in termini di comunità”, tema centrale della conferenza della Fondazione. Ha citato esplicitamente il numero 116 dell’enciclica Fratelli tutti, ma ha ricordato che quelle parole furono pronunciate durante un discorso ai Movimenti popolari nel 2014, in cui esortava alla lotta contro le cause strutturali della povertà, dell’ineguaglianza e della negazione dei diritti sociali e lavorativi, come la mancanza di lavoro, terra e casa.
Riflettendo sul denaro, il Papa ha citato un passaggio del Vangelo in cui Gesù afferma che non è possibile servire due padroni: o si serve Dio o si serve il denaro. Ha sottolineato che servire il denaro è addirittura peggiore del servire il diavolo. Ha invitato a cercare il significato di questo insegnamento di Gesù, evidenziando che si tratta di un messaggio: o si serve Dio o, se si è schiavi del denaro, non si è liberi.
Nel suo discorso, il Papa ha anche menzionato il pensiero del grande giurista italiano Paolo Grossi, già presidente della Corte Costituzionale, che scomparve l’anno scorso. Grossi scriveva che la comunità è sempre un salvataggio per il debole e dà voce anche a chi non ne ha affatto. Papa Francesco ha sottolineato che, affinché la comunità diventi davvero un luogo in cui il debole e chi non ha voce possano sentirsi accolti e ascoltati, è necessario praticare quello che potremmo chiamare “fare spazio”. Ognuno deve ritirarsi un po’ per permettere agli altri di esistere.
Infine, il Papa ha sottolineato che il fondamento della comunità deve essere l’etica del dono anziché l’etica dello scambio. Ha richiamato le parole del poeta milanese Giampiero Neri, recentemente scomparso, che affermava che alcune persone, quando entrano in una stanza, la riempiono completamente, ma egli preferiva pensare che siano le persone umili e silenziose a lasciare un grande vuoto quando se ne vanno. Pertanto, secondo il Papa, pensare e agire in termini di comunità significa fare spazio agli altri, immaginare e lavorare per un futuro in cui ognuno possa trovare il proprio posto e spazio nel mondo, contribuendo a un pensiero e un’azione che favoriscano la crescita di una comunità in cui si cammini insieme sulla via della pace.