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Arcivescovo (ridotto allo stato laicale) è stato arrestato oggi in Vaticano

arciv.polaccoUn arcivescovo polacco è stato arrestato in Vaticano oggi per pedofilia. A dare l’autorizzazione è stato lo stesso Papa Francesco.

Ne ha dato notizia il tg de La7. Si tratterebbe dell’ex nunzio Jozef Wesolowski. L’arresto sarebbe stato realizzato secondo le indicazioni di Papa Francesco.

Wesolowski era stato ridotto nei mesi scorsi allo stato laicale dopo la condanna nel primo grado di giudizio. Sembra sclusa possibilità di estradizione. 

LA VICENDA

Monsignor Józef Wesołowski, ex nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana era stato richiamato lo scorso anno  a Roma con l’accusa di aver abusato sessualmente di molti bambini nelle periferie di Santo Domingo: è stato riconosciuto colpevole dalla Congregazione della Dottrina della Fede ed era stato costretto a rinunciare allo stato clericale.

Józef Wesołowski è stato nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana per cinque anni, dal 2008 al 2013. Fu nominato sacerdote e vescovo dal suo connazionale papa Giovanni Paolo II.

Le accuse di pedofilia sono emerse dopo l’uscita di un’inchiesta della giornalista dominicana Nuria Piera, uscita nel settembre 2013, che sosteneva che il sacerdote pagava per fare sesso con minori e frequentava una zona di Santo Domingo famosa per la prostituzione minorile.

Dichiarazione del Direttore della Sala Stampa a proposito del procedimento penale a carico dell’ex nunzio Mons. J. Wesolowski

Oggi il Promotore di Giustizia del Tribunale di prima istanza dello Stato della Città del Vaticano ha convocato l’ex nunzio Mons. Wesolowski, a carico del quale aveva avviato un’indagine penale. Al prelato – già condannato in prima istanza dalla Congregazione della Dottrina della Fede alla riduzione allo stato laicale al termine di un processo amministrativo penale canonico – sono stati notificati i capi di imputazione del procedimento penale avviato a suo carico per gravi fatti di abuso a danni di minori avvenuti nella Repubblica Dominicana. La gravità degli addebiti ha indotto l’Ufficio inquirente a disporre un provvedimento restrittivo che, alla luce della situazione sanitaria dell’imputato, comprovata dalla documentazione medica, consiste negli arresti domiciliari, con le correlate limitazioni, in locali all’interno dello Stato della Città del Vaticano.

L’iniziativa assunta dagli organi giudiziari dello Stato è conseguente alla volontà espressa del Papa, affinché un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede.

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