Prosegue l’avanzata dei jihadisti del sedicente Stato Islamico IS, giunti al confine tra Siria e Turchia. In queste ore il Parlamento di Ankara si sta pronunciando su un intervento militare turco in Siria e Iraq. Intanto secondo l’Onu le violenze dell’Is potrebbero configurarsi come “crimini di guerra o contro l’umanità”. Il servizio di Paolo Ondarza per la Radio Vaticana:
I raid aerei degli Stati Uniti e della coalizione non hanno impedito ai jihadisti sunniti dell’Is di giungere alla periferia di Kobani, terza città curda della Siria al confine con la Turchia. Qui continuano da ore gli scontri tra forze dello Stato islamico e membri delle milizie di autodifesa curde con morti e feriti da entrambe le parti. “Se Kobani cadrà nelle mani dei jihadisti il negoziato tra guerriglieri del Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, con il governo turco finirà”, fa sapere il leader indiscusso dei ribelli curdi di Turchia Abdullah Ocalan.
Proprio questo pomeriggio il pronunciamento del parlamento di Ankara sulla partecipazione dell’esercito turco in Siria e in Iraq.
Nei due paesi proseguono le violenze dei jihadisti: ad Hayt, 110 km ad ovest di Bagdad, hanno preso il controllo delle stazioni di polizia e delle istituzioni governative e, riferiscono testimoni, starebbero usando civili come “scudi umani”. Le esecuzioni di massa, i sequestri di donne e bambine come schiave sessuali, l’uso di bambini-soldato e altri crimini commessi dall’Is secondo l’ Onu potrebbero portare i jihadisti a rispondere di “crimini di guerra o contro l’umanità”. Solo a settembre in Iraq e Siria almeno 9.347 civili sono stati uccisi e oltre 17mila sono rimasti feriti.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana