“Tutto il mondo deve essere contrario a questi estremisti”, che commettono violenze e costituiscono “una minaccia per tutti”; musulmani e cristiani “devono manifestare una ferma condanna”, al riguardo è essenziale una “unità” di intenti “con l’islam e il mondo arabo”. È quanto afferma ad AsiaNews mons. Gregorio III Laham, patriarca cattolico di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti, commentando il sequestro di un Padre Francescano nella notte fra il 5 e il 6 ottobre in Siria.
Ieri, in un comunicato ufficiale, la Custodia di Terrasanta ha confermato il rapimento di p.Hanna Jallouf, prelevato dai miliziani jihadisti del fronte al-Nusra nel villaggio di Knayeh, nel nord del Paese nei pressi del confine con la Turchia, assieme ad altri cristiani.
Al momento non si hanno notizie sulla loro sorte e non si conosce nemmeno il numero esatto di persone rapite, anche se fonti locali parlano di almeno una ventina di cristiani portati via a forza, fra i quali vi potrebbero essere anche donne.
La Custodia di Terrasanta spiega che “le suore presenti nel convento” al momento dell’attacco dei miliziani “hanno trovato rifugio in alcune case del villaggio”. A distanza di diverse ore non vi sono ancora stati contatti ufficiali con i sequestratori e non vi sono novità sulla sorte del parroco e dei cristiani rapiti. Al contempo, i francescani rinnovano l’invito “a pregare” per il parroco Hanna, per i suoi fedeli e per “tutte le altre vittime di questa guerra tragica e senza senso”.
Dall’inizio del conflitto siriano, le milizie jihadiste hanno sequestrato diverse personalità di primo piano della comunità cristiana locale; fra questi ricordiamo i due vescovi, il metropolita Boulos Yazigi (della Chiesa ortodossa di Antiochia) e il metropolita Mar Gregorios Youhanna Ibrahim (della Chiesa siro-ortodossa) prelevati nell’aprile 2013. A questi si aggiunge il padre gesuita Paolo Dall’Oglio, sacerdote di origini italiane rapito in Siria il 29 luglio 2013.
Interpellato da AsiaNews il patriarca Laham condanna il rapimento e invita cristiani e musulmani e fare fronte comune contro “una minaccia” che riguarda “tutto il mondo”; egli parla di “attacco contro i cristiani” in Siria, la “culla del cristianesimo” che già “nell’anno 33 dopo Cristo può vantare le prime tracce della millenaria presenza”. Infine, egli esorta a “tenere duro e non avere paura”, al contrario di nutrire un sentimento di “speranza” che aiuti a “superare questa difficile situazione”.
Knyaeh è rimasta a lungo sotto il controllo dei miliziani dello Stato islamico, che avevano imposto numerose restrizioni ai cristiani fra cui la rimozione delle croci sopra le chiese, il divieto di suonare le campane, la copertura delle statue e l’obbligo per le donne di coprirsi con il velo islamico. In un secondo momento i jihadisti si sono spostati verso est, lasciando il terreno alle brigate di Jahbat Al-Nusra, legate ad al Qaeda; di recente i miliziani che controllano il villaggio avevano sequestrato il passaporto a Padre Jallouf.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Asia News
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infondi il Tuo Santo Spirito. Aiutaci a testimoniare l’amore nella vera carità. Chi può faccia ciò che deve per rinnovare nella speranza della Tua giustizia il volto ed il cuore della terra e noi tutti battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo uniti nel sacro vincolo della pace alziamo i cuori colmi della gioia che ci da la speranza del tuo amore.
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