Il Papa all’udienza generale di questo mercoledì ha proseguito la sua catechesi sulla Chiesa, soffermandosi a riflettere sulla “cattolicità”. Anzitutto – ha chiesto – “che cosa significa cattolico? Deriva dal greco ‘kath’olòn’ che vuol dire ‘secondo il tutto’, la totalità. In che senso questa totalità si applica alla Chiesa? In che senso noi diciamo che la Chiesa è cattolica? Direi in tre significati fondamentali”. Innanzitutto – ha detto – “la Chiesa è cattolica perché è lo spazio, la casa in cui ci viene annunciata tutta intera la fede, in cui la salvezza che ci ha portato Cristo viene offerta a tutti. La Chiesa ci fa incontrare la misericordia di Dio che ci trasforma perché in essa è presente Gesù Cristo, che le dona la vera confessione di fede, la pienezza della vita sacramentale, l’autenticità del ministero ordinato. Nella Chiesa ognuno di noi trova quanto è necessario per credere, per vivere da cristiani, per diventare santi, per camminare in ogni luogo e in ogni epoca”. “Per portare un esempio – ha proseguito – possiamo dire che è come nella vita di famiglia; in famiglia a ciascuno di noi è donato tutto ciò che ci permette di crescere, di maturare, di vivere. Non si può crescere da soli, non si può camminare da soli, isolandosi, ma si cammina e si cresce in una comunità, in una famiglia. E così la Chiesa, è così. Nella Chiesa noi possiamo ascoltare la Parola di Dio, sicuri che è il messaggio che il Signore ci ha donato; nella Chiesa possiamo incontrare il Signore nei Sacramenti che sono le finestre aperte attraverso le quali ci viene data la luce di Dio, dei ruscelli ai quali attingiamo la vita stessa di Dio; nella Chiesa impariamo a vivere la comunione, l’amore che viene da Dio. Ciascuno di noi può chiedersi oggi: come vivo io nella Chiesa? Quando io vado in chiesa, è come se io fossi allo stadio, a una partita di calcio? E’ come se fossi al cinema? No! E’ un’altra cosa! Come vado io, in chiesa? Come accolgo i doni che mi offre, per crescere, per maturare come cristiano? Partecipo alla vita di comunità o vado in chiesa e mi chiudo nei miei problemi, isolandomi dagli altri? In questo primo senso, la Chiesa è cattolica perché è la casa di tutti: tutti sono figli della Chiesa e tutti sono in quella casa”.
C’è poi un secondo significato: “la Chiesa – ha detto – è cattolica perché è universale, è sparsa in ogni parte del mondo e annuncia il Vangelo ad ogni uomo e ad ogni donna. La Chiesa non è un gruppo di élite, non riguarda solo alcuni. La Chiesa non ha chiusure, è inviata alla totalità delle persone, alla totalità del genere umano. E l’unica Chiesa è presente anche nelle più piccole parti di essa. Ognuno può dire: nella mia parrocchia è presente la Chiesa cattolica, perché anch’essa è parte della Chiesa universale, anch’essa ha la pienezza dei doni di Cristo, la fede, i Sacramenti, il ministero; è in comunione con il Vescovo, con il Papa ed è aperta a tutti, senza distinzioni. La Chiesa non è solo all’ombra del nostro campanile, ma abbraccia una vastità di genti, di popoli che professano la stessa fede, si nutrono della stessa Eucaristia, sono serviti dagli stessi Pastori. Sentirci in comunione con tutte le Chiese, con tutte le comunità cattoliche piccole o grandi del mondo! E’ bello, quello! E poi sentire che tutti siamo in missione, piccole o grandi comunità, tutti dobbiamo aprire le nostre porte ed uscire per il Vangelo. Chiediamoci allora: che cosa faccio io per comunicare agli altri la gioia di incontrare il Signore, la gioia di appartenere alla Chiesa? Annunciare e testimoniare la fede non è un affare di pochi, riguarda anche me, te, ciascuno di noi!”.
Infine, c’è un terzo significato: “la Chiesa – ha osservato – è cattolica, perché è la “Casa dell’armonia” dove unità e diversità sanno coniugarsi insieme per essere ricchezza. Pensiamo all’immagine della sinfonia, che vuol dire accordo e armonia, diversi strumenti suonano insieme; ognuno mantiene il suo timbro inconfondibile e le caratteristiche di suono si accordano su qualcosa di comune. Poi c’è chi guida, il direttore, e nella sinfonia che viene eseguita tutti suonano insieme in “armonia”, ma non viene cancellato il timbro di ogni strumento, la peculiarità di ciascuno, anzi è valorizzato al massimo! E’ una bella immagine che ci dice che la Chiesa è come una grande orchestra in cui c’è varietà: non siamo tutti uguali, e non dobbiamo essere tutti uguali. Tutti siamo diversi, differenti, ognuno con le proprie qualità e questo è il bello della Chiesa: ognuno porta il suo, quello che Dio gli ha dato, per arricchire gli altri. E tra le componenti c’è questa diversità, ma è una diversità che non entra in conflitto, non si contrappone; è una varietà che si lascia fondere in armonia dallo Spirito Santo; è Lui il vero “Maestro”, è e Lui stesso è l’armonia. E qui chiediamoci: nelle nostre comunità viviamo l’armonia, o litighiamo fra noi? Nella mia comunità parrocchiale, nel mio movimento, dove io sono nella Chiesa? Ci sono chiacchiere? E, se ci sono chiacchiere, non c’è armonia: è lotta. E questa non è la Chiesa: la Chiesa è l’armonia di tutti. Mai chiacchierare l’uno contro l’altro, mai litigare. Accettiamo l’altro, accettiamo che vi sia una giusta varietà” e che possiamo pensare in modi diversi?
E il Papa ha aggiunto: “Ma, nella stessa fede si può pensare così! O tendiamo ad uniformare tutto? Ma, l’uniformità uccide la vita. La vita della Chiesa è varietà, e quando vogliamo mettere questa uniformità a tutti, uccidiamo i doni dello Spirito Santo! Preghiamo lo Spirito Santo, che è proprio l’autore di questa unità nella varietà, di questa armonia, perché ci renda sempre più “cattolici”, cioè in questa Chiesa che è cattolica e universale! Grazie”..