In Piazza San Pietro erano presenti per l’Angelus anche i numerosi partecipanti alla Corsa dei Santi e alla Marcia dei Santi, promosse rispettivamente dalla Fondazione Don Bosco nel mondo e dall’Associazione Famiglia Piccola Chiesa. Il Papa li ha salutati, esprimendo il suo apprezzamento “per queste iniziative che uniscono lo sport, la testimonianza cristiana e l’impegno umanitario”. Marina Tomarro, per la Radio vaticana, ha raccolto le voci di alcuni “corridori”, chiedendo innanzitutto cosa significhi oggi essere santi:
R. – Vuol dire provare anche noi, nella nostra realtà familiare, a portare un po’ di luce in mezzo agli altri. Noi cerchiamo di trovarla proprio all’interno della nostra famiglia e vogliamo cercare di capire come noi – da genitori, da papà, da mamma, da marito e moglie – possiamo portare un segno, un segno di santità nella nostra vita.
D. – In che modo si trasmette la santità anche al prossimo, magari anche a quelle persone che sono ancora un po’ lontane dalla fede?
R. – Mettendosi in moto, non rimanendo chiusi a casa ed avvicinandosi agli altri.
R. – Vuol dire fare una vita normale: senza fare niente di straordinario, ma vivere per l’amore di Gesù. Con l’esempio poi dei santi, che ci hanno preceduto, per noi è tutto più facile.
R. – Secondo me la santità si trasmette vivendo quello che siamo, come Dio ci ha fatto: quindi capaci di amare il prossimo come ci ama Lui. Se non si fa questo, se non si vive la bellezza dell’amore, si resta schiacciati dal peso di tutti i giorni.
D. – In che modo l’esempio dei santi ci può aiutare oggi?
R. – Loro non sono un modello da replicare, sono uomini e donne che hanno ascoltato il Signore e hanno trovato la strada per arrivare a Lui. Siamo tutti chiamati alla santità! Bisogna volerlo, non scoraggiarsi quando si cade e ricordarsi che siamo santi, perché Dio è santo e ci rende santi.
R. – Credo che per essere santi oggi e per trasmetterlo bisogna essere anzitutto se stessi ed essere poi felici nella semplicità. Quindi trasmettere nel quotidiano quei sentimenti positivi che popolano il tuo cuore. La ricchezza più bella è riuscire a condividerli con gli altri.
D. – Hai un santo di riferimento, un santo che ti protegge nei momenti difficili?
R. – Innanzitutto don Bosco, perché è con lui che ora sto crescendo. Però se devo pensare ad un santo che mi ha sempre guidato, penso a San Francesco e alla sua povertà e umiltà.
R. – I Santi Cosma e Damiano: io mi chiamo Cosimo e per questo ho questi santi come riferimento.
R. – Io ne ho due: uno è don Bosco, il santo dei giovani; e l’altro è san Giuseppe da Copertino che è il patrono degli studenti, visto che io sono una studentessa universitaria.
R. – San Francesco di Sales, perché è il santo della dolcezza. E ci vuole la dolcezza per riuscire ad attirare le persone e per vedere le opportunità nelle difficoltà.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana