I medici le avevano dato sei mesi di vita e lei prima ha annunciato in un video che ha commosso il mondo intero, che si sarebbe sottoposta al suicidio assistito.
E’ giusto decidere di morire così? Togliendosi la vita senza attendere l’ultimo giorno di ‘accordo’ con Dio?
È andata Brittany Maynard, e si riaccende il dibattito sull’eutanasia negli Stati Uniti. “Sono le persone che si fermano ad apprezzare la vita e che rendono grazie, quelle più felici. Se noi cambiamo le nostre menti, cambiamo il nostro mondo. Pace e amore a voi tutti”. Questo l’ultimo messaggio di Brittany. La ragazza “esprime profondo ringraziamento a tutti i suoi belli, intelligenti, meravigliosi, generosi amici, che lei ha ricercato come l’acqua durante la sua vita e la sua malattia per l’intuizione, il sostegno e l’esperienza condivisa di una bella vita”.
Il suicidio assistito è “un’assurdità” perché “la dignità è un’altra cosa che mettere fine alla propria vita”. Lo afferma all’ANSA, il presidente della pontificia accademia per la Vita, mons. Carrasco de Paula, commentando il caso di Brittany. “Non giudichiamo le persone – ha aggiunto – ma il gesto in sé è da condannare”.
Ho pregato per te, sperando in un ripensamento. Ed anche, non lo nascondo, in un miracolo del cielo. Non sarebbe certo la prima volta.
Ma se la vita è un dono, solamente quando la speranza è rubata si possono prendere decisioni così difficili.
CHI ERA BRITTANY
Colpita da una forma molto aggressiva di cancro al cervello, Brittany aveva annunciato il suo progetto in un video postato sul suo sito (thebrittanyfund.org) che ha fatto il giro del web: lunedì scorso era stato visto più di 9,5 milioni di volte su Youtube. ”Arrivederci a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia che amo. Oggi e’ il giorno che ho scelto per morire con dignita’, tenuto conto della malattia in fase terminale, questo terribile cancro al cervello che mi ha imprigionato…ma mi avrebbe imprigionato tanto di piu”’ ha scritto la ragazza in un messaggio largamente diffuso sui social network.
Il video in cui Brittany spiega la sua scelta
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Sean Crowley, un portavoce dell’associazione Compassione e Scelta, che lotta per il diritto all’eutanasia, ha dichiarato che Brittany è morta verosimilmente nella sua casa sabato. ”Brittany e’ morta, ma il suo amore per la vita e la natura, la sua passione e il suo spirito continuano a vivere” ha aggiunto Barbara Lee Coombs, presidente dell’organizzazione che ha sostenuto Brittany.
Ho un’idea – lo devo ammettere – del tutto personale su questa vicenda. Secondo me, i mercanti della vita – si sono messi all’opera molto bene, con tempi ed organizzazione chiarissimi. Non a casO una grande campagna media su scala mondiale, non a caso una fondazione, non a caso un portavoce, non a caso un ufficio stampa.
Ma resta una domanda: Brittany, chi ti ha rubato la speranza? di Daniele Venturi