Il salto di qualità che possiamo compiere in questi giorni è notevole: dalle tenebre alla luce! L’infausta ricorrenza di Halloween viene nuovamente ad oscurare la nostra società già così spenta e lontana da Dio. Come ogni autunno, da oltre un decennio a questa parte, il mese di ottobre si tinge di nero e di arancio, i colori delle streghe e delle immancabili zucche vuote, quasi che questa strana moda importata da oltreoceano sia da sempre esistita nella nostra tradizione storica e culturale. Sembrerebbe essersi perso, in larga parte della comunità, il significato della ricorrenza di Ognissanti con quel senso religioso ben radicato che univa i vivi ai propri cari defunti attraverso la commemorazione delle anime, le Messe in suffragio e le immancabili visite al cimitero.
Oggi a questo memoriale antico, introdotto dalla Chiesa secoli or sono, si sovrappone il macabro fenomeno di Halloween, costruito ad hoc dall’occultismo in comunella con molti mass-media e multinazionali assetate di profitti. Il suo forte appeal è infatti desumibile attraverso l’analisi economica delle vendite e delle spese affrontate dagli italiani in vista e durante la serata del 31 ottobre. Nel 2010, la “notte delle streghe” ha fatto registrare entrate fino a 400 milioni di euro, 50 milioni dei quali solo per le zucche!
Nei due anni successivi, a causa della grave crisi economica, anche tale comparto ha subito una contrazione del 10%; ciò significa comunque che gli italiani hanno scelto di spendere parte dei propri risparmi in articoli legati a questa festività nonostante la povertà crescente e la penuria di lavoro che ha colpito una larga fascia della popolazione. L’aspetto commerciale della vendita di costumi, caramelle, cocuzze giganti e l’organizzazione di eventi e festini vari, sono solo la punta dell’iceberg di una questione ben più seria: Halloween nasconde un messaggio negativo realmente preoccupante per la psiche e lo spirito dei ragazzi e dei tanti bambini coinvolti. Questi ultimi sono bombardati, già dall’asilo nido, da immagini orrende quali streghe e fantasmi, incomprensibili per loro e per niente costruttive. Eppure non c’è scuola di ogni ordine e grado, pubblica o privata, che il 31 ottobre non organizzi qualche festicciola in maschera o non prepari in classe, per settimane intere, lavoretti con le solite zucche, i fantasmi, le scope volanti e i gatti neri; oppure non insegni poesiole di dubbia utilità su mostri, zombie o brani tratti dall’immancabile libro di Harry Potter.
Organizzatori, produttori e insegnanti affermano che si tratta solo di una festa innocua e che ormai la sua simbologia è entrata a far parte della cultura globale. Travolti da un’onda apparentemente inarrestabile, sembra quasi di essere costretti a subire in silenzio, anno dopo anno, l’indiavolata invasione autunnale di spiriti e folletti. Quei pochi tra sacerdoti, sociologi ed educatori che cercano di porre il problema, vengono semplicemente bollati come bigotti. Halloween, però, ha un’anima nera poiché affonda le sue radici nei culti superstiziosi di antiche civiltà celtiche che celebravano, verso la fine di ottobre, rituali di passaggio tra la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno dedicati a Samhain, il “signore della morte” e “principe delle tenebre”. I celtici ritenevano che, durante tale notte, gli spiriti dei defunti si aggirassero liberi per la terra dei viventi. Il culto pagano è rimasto sepolto per secoli nelle tradizioni dei popoli del nord fin quando non venne assorbito, ma mai del tutto eliminato, dalla predicazione evangelica. Samhain venne perciò sostituita dalla festività dei Santi e, in un secondo momento, anche dalla commemorazione dei morti. Nelle lingue anglosassoni Halloween è infatti la contrazione del termine All hallows Eve, “veglia di tutti i santi”. Gli irlandesi, particolarmente legati agli antichi riti celtici delle loro origini, li esporteranno in America grazie alle ondate migratorie di inizio novecento, trasformando Halloween nel fenomeno di massa che è ancora oggi. Ma dietro l’apparenza burlesca e innocua si nasconde comunque una radice magico-esoterica che non è mai andata persa. Non è un caso, infatti, che il 31 ottobre sia considerato il giorno più magico dell’anno dalla vasta schiera di gruppi neo-pagani e stregonici e addirittura il capodanno diabolico dei satanisti. Le cronache riportano sempre più frequentemente che, durante questa notte, si compiono innumerevoli riti malefici, profanazioni di camposanti, furti di ostie consacrate, sacrifici di animali e vere e proprie messe nere. Il mondo dell’occulto, inoltre, ritiene le persone che festeggiano Halloween, anche solo travestendosi o ponendo una zucca fuori casa, come coloro che contribuiscono alla realizzazione di un rituale satanico universale. Per i seguaci di satana è la grande occasione per adescare nuovi adepti per obiettivi nefasti e pericolosi. I ragazzi e i giovani sono i più esposti a causa di incontri “festaioli” che in certi casi possono diventare vere e proprie trappole infernali. Di fronte ad una realtà sempre più radicata e, paradossalmente, altrettanto sottovalutata da istituzioni e famiglie, molti uomini, sia cristiani che non credenti, si sono interrogati sul modo migliore di arginare il problema. Dalle diocesi come da singoli laici sono partite numerose proposte alternative quali veglie di preghiera, celebrazioni eucaristiche, missioni di evangelizzazione in strada, preghiere di riparazione come pure feste in piazza dedicate alla riscoperta della figura dei santi con immagini, testimonianze e giochi per bambini. Aldilà della propria appartenenza religiosa ogni cittadino di questo Bel Paese dovrebbe essere più geloso della propria tradizione compresa quella cattolica di cui la nostra terra respira. Passiamo dallo squallore di volti deformati da maschere grottesche alla luce della vita vissuta dai santi, uomini e donne che hanno amato il Creatore e le creature in modo incredibile divenendo un punto di riferimento per tanta gente! Certamente molti tra educatori, insegnanti, catechisti, genitori, religiosi e sacerdoti dovrebbero chiedersi quanta passione si mette per infondere e trasmettere questa sana cultura della bellezza della vita o quanto magari, restando in silenzio, non si diventi complici di un mondo che vuole imporre sempre più l’assenza di Dio. La solennità cristiana di Ognissanti è un’occasione per tutti di tendere verso l’amore vero così come la commemorazione dei defunti è il miglior modo di ricordare e rispettare coloro che sono trapassati nella vita senza fine.
Don Aldo Buonaiuto