Quasi 36 milioni di persone nel mondo, lo 0,5% della popolazione della Terra, vivono in stato di schiavitù in 167 paesi. Lo denuncia il Global Slavery Index realizzato dalla ong australiana Walk Free. Secondo lo studio è l’India il paese con il più alto numero di schiavi, seguito da Cina, Pakistan, Uzbekistan e Russia.
Alla tratta è stato dedicato nei giorni scorsi un simposio internazionale in Vaticano. Ai giovani partecipanti il Papa ha chiesto di evitare una cultura dello scarto, impegnandosi a riscattare le vittime di questa piaga.
Circa 36 milioni le vittime della schiavitù’ nel mondo: oltre la metà, il 61%, sono concentrate in India, seguita da Cina, Pakistan, Uzbekistan, e Russia, . 566 mila gli schiavi in Europa. Lo denuncia la ong australiana Walk Free.Tra i continenti il maggior numero di schiavi si conta in Africa e Asia. Se si analizza la percentuale delle persone ridotte in schiavitù, la Mauritania registra la più forte proporzione: sono il 4% rispetto al totale della popolazione.
Uomini, donne, bambini di ogni età sfruttati in vari ambiti dalle piantagioni di cotone e di cannabis alla prostituzione, dai matrimoni forzati alla vendita di minori. La schiavitù contribuisce alla produzione di 122 tipi di prodotti per 58 Paesi con una stima di 120 miliardi di euro l’anno di profitti. “Dal mercato del pesce thailandese, alle miniere di diamanti in Congo fino alle ragazze indiane che cuciono i palloni da calcio. L’India- si evidenzia – ha recentemente adottato importanti provvedimenti per arginare il fenomeno, mentre gli paesi più impegnati nel contrasto sono Olanda, Svezia, Stati Uniti, l’Australia, Svizzera,Irlanda, Norvegia, Regno Unito, Georgia e Austria. di Paolo Ondarza per la Radio Vaticana