Sarà Praga quest’anno ad ospitare da oggi al 2 gennaio, la 37.ma edizione dell’Incontro di Taizé, tappa del “Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra”, per il quale sono attesi circa 30 mila giovani dall’Est e dall’Ovest dell’Europa. Quasi 2 mila i volontari impegnati nell’organizzazione dell’evento mentre saranno le parrocchie e le famiglie della città ad accogliere i partecipanti, ortodossi, cattolici e protestanti. Gli italiani il gruppo più numeroso, dopo polacchi e ucraini. Filo conduttore dell’incontro le parole di Gesù ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della Terra”. Già all’indomani della caduta del muro di Berlino, la comunità di Taizé aveva convocato i giovani nella capitale della Repubblica Ceca; perché la scelta di tornare ancora a Praga? Adriana Masotti lo ha chiesto, per la Radio Vaticana, a frère Alois, priore della Comunità:
R. – Sì, siamo stati qui già nel 1990, l’anno dopo la rivoluzione in Cecoslovacchia. Adesso, la situazione è molto diversa. Dobbiamo cercare le ragioni che danno speranza all’Europa oggi e che danno speranza ai giovani, anche per credere ed avere fiducia in Dio e per vivere di questa fiducia. I cristiani nella Repubblica Ceca sono una minoranza e, forse, possiamo vedere cosa vuol dire vivere come una minoranza, ma come sale nella terra.
D. – Praga, poi, è proprio nel cuore dell’Europa e questo incontro vuol sottolineare questa unica famiglia…
R. – Sì, siamo riconoscenti anche ai popoli dell’Europa centrale e dell’Europa dell’Est, perché loro hanno creduto che l’impossibile poteva diventare possibile: la caduta del muro di Berlino. Oggi cerchiamo il modo di continuare la costruzione dell’Europa. Per l’incontro ci sono tanti giovani dell’Ucraina, della Bielorussia e anche della Russia e vogliamo esprimere loro la nostra solidarietà.
D. – C’è un tema che fa da filo rosso, da filo conduttore a tutto l’incontro di quest’anno…
R. – Il tema dell’incontro sono le parole di Gesù: “Voi siete il sale della terra”. Questo vuol dire che non siamo soltanto cristiani con le statistiche, i numeri, ma c’è una forza del Vangelo che possiamo vivere, impegnandoci per la pace, per la giustizia, ognuno dove vive. A Taizé non vogliamo creare un movimento organizzato, ma vogliamo rinforzare questa coscienza di essere dispersi nel mondo, ma nello stesso tempo che esiste una forza di pace e di giustizia in questo mondo.
D. – Il programma dell’incontro è molto ricco: preghiere, riflessioni, momenti di condivisione con le parrocchie, che ospitano i giovani, con le famiglie. Poi, il 31 dicembre, la Veglia di preghiera per la pace: un momento molto significativo, specie quest’anno…
R. – Sì, perché tutti noi soffriamo del fatto che non ci sia la pace in Medio Oriente e in Europa. Sarà qui anche un gruppo libanese e pregheremo con loro, che con grande coraggio hanno accolto tanti rifugiati dalla Siria, dall’Iraq. Siamo loro vicini, quindi, in questa situazione.
D. – Papa Francesco, di recente in Turchia, ha ricordato i giovani di Taizé, dicendo che sono proprio i giovani che chiedono alle Chiese di fare dei passi avanti verso la piena comunione. Che cosa ha suscitato in voi questa citazione del Papa?
R. – Queste parole del Papa naturalmente sono state una grande gioia per noi, ma anche una chiamata per avanzare veramente con i giovani. Qui a Praga ci sono cattolici, ma anche protestanti, ortodossi, che vengono e vivono insieme la fede del Vangelo. Possiamo avanzare, possiamo metterci sotto lo stesso “tetto” e anticipare così l’unità che speriamo.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana