La confusione culturale causata dal “pensiero unico” a cui i poteri forti vogliono farci aderire, provoca disastri sociali molto consistenti. Ormai siamo arrivati al limite. La torre di Babele si presenta in tutta la sua forza. Non è più possibile dissentire o affermare qualcosa che non sia conforme alla nuova ed aggressiva ideologia che guida i passi del potere politico ed istituzionale. Gli episodi di intolleranza partono dalle cose semplici fino ad arrivare ad eventi più gravi. L’alterità culturale è continuamente minata dalla violenza con cui la nuova rivoluzione antropologica, sponsorizzata dai media e dalle grandi lobby, vogliono imporre al popolo. In Francia come ci racconta Leone Grotti, avvengono fatti di inaudita violenza prevaricatrice. Non si ha più il diritto di manifestare liberamente. Sono presi di mira anche i minori. Pensate se la pietra veniva scagliata contro un gay… apriti cielo! In fondo è stata scagliata contro una bambina che con i suoi genitori recitava il rosario in riparazione all’aborto. Dunque è legittimo colpire –anche fiscamente-, coloro che non si allineano alla distruzione antropologia della società. Leone Grotti racconta l’episodio: “Qualche giorno addietro, una trentina di persone dell’associazione francese che si batte contro l’aborto SOS Tout-Petitis, fondata dal dottore Xavier Dor, si è riunita a Nancy in piazza dell’Alleanza per recitare un rosario pubblico come forma di riparazione per le vittime dell’aborto. Come ogni volta che l’associazione si riunisce, un cordone di poliziotti ha circondato i partecipanti per impedire scontri. Anche domenica scorsa una sessantina di militanti di “gruppi antifascisti” si sono recati in piazza per protestare contro gli “integralisti”. Verso le tre del pomeriggio la protesta è degenerata e durante il rosario sono state gettate pietre e altri oggetti contro gli oranti. Una delle pietre ha colpito in faccia una bambina, facendogli crescere sulla fronte un bozzo sanguinante, come si vede dalla foto (qui sopra). I genitori della bambina sono poi stati scortati alla loro macchina ma hanno deciso di non sporgere denuncia perché “tanto non serve a niente”. La famiglia della bambina colpita da una pietra è originaria del Gabon. Commenta ironicamente il sito Boulevard Voltaire: “Gli antifascisti si impegnano nella lotta contro il razzismo ma è evidente che c’è una diversità buona e una cattiva. E quella che recita un rosario evidentemente non merita che di essere lapidata, anche se la bambina aveva solo quattro anni”.
La battaglia contro la Vita assume tinte fondamentaliste. E’ lecito protestare a favore dell’aborto. Mentre manifestare a favore della vita è contro lo sviluppo dell’uomo. Ci rendiamo conto come a poco a poco trasformano il pensiero della gente? Se è vero, come affermano le nuove posizioni moderniste, l’aborto è un diritto, perché allo stesso modo non dovrebbe essere un diritto proteggere la vita? Le persone di “piccola cognizione” hanno avuto, ed avranno sempre paura di Benedetto XVI e del magistero della Chiesa e di tutte quelle istituzioni che proteggono la “natura umana” così come si è sviluppata dall’origine fino ad oggi. Chi ha pianificato la distruzione dell’Occidente, colpendo in pieno le sue radici, l’identità, la cultura, ha messo a punto la gigantesca macchina di fango, di calunnia e di disprezzo verso tutti quelli che hanno il coraggio e della Verità. La scala dei valori si è definitivamente capovolta. Nella polemica che affianca l’aborto, è in atto una campagna sulla demolizione della famiglia. Quando la vita viene manipolata diventando mezzo per soddisfare le voglie dei singoli, allora tutto diventa lecito. Si può trasformare anche il concetto di famiglia per adattarlo alle “esigenze” dei singoli. Commenta il resto del carlino: Espropriando il significato delle parole “‘mamma’ e papa” rinasce la Torre di Babele in cui tutti parlano e nessuno capisce. E a farne le spese saranno i bambini. A lanciare (o rilanciare) l’allarme e’ il Cardinal Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, ha puntato il dito su cio’ che succede quando “entrano in scena i funzionari di questo o quel potere a decidere quale contenuto dare alle parole”. Sta succedendo proprio ora “in particolare per due parole cardine della fedelta’ dell’uomo alla realta’: matrimonio, paternita’-maternita’. Genitori 1 e 2″, l’affondo di Caffarra: “Così scippano la parola amore”. Queste parole “non dicono piu’ cio’ che e’, ma cio’ che il potere ha deciso che dicano”. E se qualcuno, prosegue Caffarra, “prova a dire che le cose non dovrebbero stare cosi’, se c’e’ chi si alza e chiede “di essere fedeli alla realta’; di restituire semplicemente queste parole alla realta’ cui appartengono”, subito viene accusato di essere a favore della discriminazione fra le persone”. Il risultato, tira le somme Caffarra, e’ che “stiamo costruendo una torre di Babele, che alla fine rovinera’ su noi tutti, in primo luogo sui piu’ deboli, i bambini… affidati al genitore 1 e al genitore 2, affidati a una genitorialita’ artificialmente costruita”. L’affondo dell’arcivescovo sul tema della maternita’-paternita’ e del matrimonio e’ preceduto da una lunga premessa in cui si sottolinea che “cio’ che tiene assieme un popolo e’ quel patto sociale nel quale ciascuno ha il diritto di aspettarsi dall’altro cio’ che egli ha promesso: e’ un patto che ci lega nella coscienza, prima e piu’ che da eventuali coazioni giuridiche. Quando fra i cittadini dello Stato viene meno questo legame morale basilare; quando, di conseguenza, impe’ra un sospetto reciproco, e la sfiducia nelle Istituzioni e nei confronti di ogni cittadino; quando la parola diventa un surrogato della verita’ e l’agire un surrogato del bene, quello Stato ha i giorni contati”. Inoltre, prosegue il Cardinale, “lo Stato basato sull’assicurazione data ai singoli di poter accontentare le loro preferenze, sottomette la giustizia agli interessi. E quando uno Stato di tal fatta entra nell’economia cosi’ come nella vita matrimoniale e famigliare non puo’ che compiere devastazioni. Esse vengono compiute, in primo luogo, strappando le parole alla realta’ a cui appartengono”. DonSa
La parte dedicata al Cardinale Caffarra è tratta da www.ilrestodelcarlino.it