Il 6 gennaio la celebrazione della Giornata dedicata al tema “Gli ultimi saranno i primi”. Al centro, il tema delle periferie. Don Caiafa (Centro diocesano): «L’obiettivo è coinvolgere i più piccoli, artefici della missionarietà»
«È importante imparare, fin da piccoli, a uscire dall’autoreferenzialità e dall’autosufficienza, dal nostro piccolo mondo talvolta ingannevole, per entrare in un universo reale fatto di sofferenza e diritti negati». Con questa consapevolezza, spiega don Michele Caiafa, addetto al Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese, la diocesi di Roma si prepara a celebrare, il 6 gennaio, la Giornata missionaria dei ragazzi. Lo slogan del 2015, “Gli ultimi saranno i primi”, in riferimento al titolo della Giornata missionaria mondiale 2014, “Periferie cuore della missione”, è ispirato alla parabola di Matteo (20,1-16) sugli operai nella vigna del Signore e, prendendo spunto dalla grande attenzione rivolta da Papa Francesco alle periferie dell’esistenza, punta più che mai i riflettori su coloro che vivono i luoghi e le esperienze di ultimi nel mondo ma che, «agli occhi di Dio, avranno la stessa ricompensa di coloro che si sentono primi, privilegiati, che hanno la fortuna di vivere luoghi e esperienze più agevoli e fortunate».
«I nostri bambini, posti dalla vita in posizione avvantaggiata, non possono dimenticare i loro coetanei che si aspettano un gesto di solidarietà – prosegue don Caiafa -, per questo le parrocchie sono chiamate a sensibilizzarli con un evento ad hoc nel giorno dell’Epifania o nel corso di un’altra giornata entro il mese di gennaio». Lo scopo è «non solo ridestare le coscienze all’urgenza della missio e dell’emergenza umana, ma coinvolgere i ragazzi, che non sono solo destinatari di un annuncio, ma artefici di questa opera di missionarietà». Attanagliati da mille paure, viviamo in un contesto sociale, culturale ed economico di grande incertezza; «come educatori – sottolinea don Caiafa – rischiamo di mancare di punti saldi e nutriamo l’illusione che negando la realtà dolorosa e faticosa possiamo tutelare i nostri bambini esorcizzando qualcosa che poi puntualmente si ripresenta». Possiamo fingere che non esistano bambini che vivono la tragedia della guerra o la combattono, minori abusati, affamati e che muoiono di lebbra, «eppure ciò che pensiamo di nascondere ai nostri bambini non è affatto nascosto, ma accessibile con i mezzi di comunicazione. Le domande i bambini se le pongono, le problematiche le percepiscono, al massimo le elaborano in modo solitario, trovandosi ad affrontare da soli questioni tanto più grandi di loro».
La Giornata, voluta nel 1950 da Pio XII per far progredire dappertutto l’Opera della Santa Infanzia, viene tradizionalmente celebrata in oltre cento Paesi del mondo e «presuppone un cammino che viene fatto lungo tutto l’anno negli ambienti di preparazione alla comunione e alla cresima, a scuola, nelle associazioni e nei movimenti». Nelle Pontificie opere missionarie, aggiunge don Caiafa richiamando le parole rivolte dal Papa ai partecipanti del IV Convegno missionario nazionale, «i piccoli gesti dei bambini educano alla missione». Per arrivare preparati, c’è un sussidio, scaricabile dal sito www.ragazzi.missioitalia.it, con attività, giochi e riflessioni che approfondiscono il tema della mondialità e dei diritti dei bambini, «per uscire da se stessi e dalle proprie abitudini, incontrare gli altri, donare gratuitamente la gioia ricevuta e sperimentare la grandezza della vita all’interno della famiglia di Dio, che è la Chiesa». (Fonte: Roma Sette)