“Je suis Charlie” è scritto sul braccialetto di riconoscimento di un neonato francese ancora in ospedale.
I genitori hanno deciso di sposare questo motto in difesa della libertà, riportandolo sul nastrino attorno al polso del loro piccolo figlio.
Il bambino ha poche ore, è probabilmente nato mentre la redazione della rivista satirica Charlie Hebdo veniva presa d’assalto dal commando, che ha provocato la morte di 12 persone.
Boom di condivisioni su internet: la fotografia ha già raccolto migliaia di condivisioni e commenti.
CHARLIE HEBDO NON CEDE. TORNERÀ IN EDICOLA CON 1 MILIONE DI COPIE
Charlie Hebdo non molla, anzi moltiplica per dieci. Mercoledì prossimo la rivista sarà regolarmente in edicola e con una tiratura aumentata a un milione di copie dalle abituali centomila. “E’ il modo dei sopravvissuti di rendere omaggio a quelli che non ci sono più. E’ il nostro modo di dire che non ci hanno uccisi, che siamo ancora in piedi, vivi, che non ce l’hanno fatta”, ha dichiarato ai media l’avvocato del magazine satirico, Richard Malka, confermando una notizia che circolava. La decisione della redazione, ha aggiunto, è stata unanime, senza alcuna esitazione, fondata su una forte determinazione a non arrendersi a integralismo e violenza.
I sopravvissuti
“E’ molto duro, siamo tutti qui con la nostra pena, il nostro dolore, le nostre paure. Ma lo faremo lo stesso, perché la stupidità non deve vincere – ha spiegato in tono commosso Patrick Pelloux, medico d’urgenza e cronista di Charlie Hebdo, tra i primi ad accorrere ieri sul luogo della sparatoria -. Charb diceva sempre che il giornale deve uscire a tutti i costi”. Un impegno onorato senza sosta, nonostante le minacce, la scorta di polizia e i conti spesso in rosso. Il prossimo numero di Charlie Hebdo, hanno spiegato i due rappresentanti della redazione, sarà un’edizione ridotta, di sole otto pagine, ma di grande importanza per il suo valore simbolico.
I contenuti saranno realizzati “unicamente dal piccolo gruppo di superstiti” dell’attacco, ma la produzione beneficerà dell’aiuto logistico di numerosi attori della stampa d’Oltralpe.
La solidarietà dei colleghi francesi
“Non abbiamo più mezzi, non una matita, non un computer. Non abbiamo più una sede, non abbiamo più niente. Ma per fortuna la solidarietà si mobilita – ha detto ancora Malka -. E grazie a questa solidarietà le cose diventano possibili e la speranza, quella, la possiamo mantenere in un angolo del nostro cuore, che non è ancora totalmente morto”. I primi a offrire il loro aiuto sono stati i gruppi di radio e tv pubblica, Radio France e France Television, e Le Monde, che in una nota congiunta hanno annunciato che metteranno a disposizione “tutti i loro mezzi umani e materiali” per consentire a Charlie Hebdo di “continuare a vivere”. E’ stata poi la volta del quotidiano Liberation, che ha offerto di ospitare il lavoro della redazione nei suoi locali, fino a quando la sede dove è avvenuta la sparatoria resterà sigillata dalla polizia.
Gli aiuti finanziari Un rilevante aiuto finanziario è arrivato poi dall’Unione degli editori di giornali e da Google, che contribuiranno ai costi di produzione del prossimo numero della rivista satirica con 250mila euro ciascuno, presi da fondi per lo sviluppo della stampa e l’innovazione digitale. Il gruppo di distribuzione PressTalis, infine, ha deciso di rinunciare a tutte le commissioni sulla diffusione delle copie di Charlie Hebdo. Fonte: RaiNews24