“L’Unione europea è una speranza che si declina al futuro, non solo al passato”. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha cominciato il suo intervento al Parlamento europeo a Strasburgo che segna la fine formale del semestre europeo di presidenza italiana. Un saluto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, “convinto europeista che in queste ore lascerà l’incarico”. Appena il premier Matteo Renzi, ha pronunciato il nome del capo dello Stato, dall’assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo è partito un lungo applauso. “Giorgio Napolitano ha rappresentato anche in questi sei mesi la guida del nostro Paese: Giorgio Napolitano, convinto europeista che proprio in queste ore lascerà il proprio incarico avendo compiuto un lungo percorso di cambiamento e avendo affrontato le difficoltà in Italia con l’intelligenza e la saggezza”. Mentre Matteo Renzi prende la parola al Parlamento europeo per tracciare un bilancio del semestre italiano di presidenza Ue, in tribuna a Strasburgo c’è anche il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo.
“C’è una demagogia imbarazzante”, ha detto Renzi, nel dibattito europeo: “C’è un’idea dell’Europa che serve al mondo da un lato e dall’altro chi investe sulla demagogia e la paura e vuole rannicchiare i nostri valori in una fortezza. Credo che o l’Europa cambia marcia nell’economia o diventeremo fanalino di coda di un mondo che cambia rapidamente”, ha aggiunto Renzi. “Il luogo dell’Europa non è la fortezza ma la piazza, non il conflitto e lo scontro ma il dialogo e l’incontro”. E ancora: “Abbiamo cercato di dare un’anima all’Europa. Per noi l’Europa è libertà. Siamo pronti a essere generosi con il fondo” per gli investimenti strategici della Commissione europea. “L’Europa non è soltanto un ricordo, ma una speranza. Si declina al futuro e non solo al passato. A nostro giudizio stiamo andando nella giusta direzione, ma dobbiamo fare di più. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, a credere nell’investimento sulla flessibilità”. Così il presidente del Consiglio nel corso del suo intervento di chiusura del semestre italiano: “O l’Europa cambia marcia – ha aggiunto – o diventeremo il fanalino di coda”. E sui recenti fatti di Parigi, Renzi ha commentato che “Il nemico non è la religione, ma il fanatismo. I nostri nemici non potendo ucciderci puntano a cambiare il nostro modo di vivere: non possiamo consentirlo a nessuno. uando si pensa di difendere la nostra identità richiudendoci in fortezze in nome della sicurezza, dobbiamo dire che la libertà è la precondizione per la sicurezza”.
“La presidenza italiana ha fatto un buon lavoro, è stata all’altezza, e spero che il governo italiano si ricordi delle sue ispirazioni nobili e che il suo popolo resti europeista” anche ora che il semestre è finito. Così il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker,che ha chiuso dicendo in italiano “Viva l’Italia!”.