ROMA – E’ un test cruciale per la nuova maggioranza il voto sul maxi-emendamento alla Legge di Stabilità, votato e approvato nella notte al Senato, su cui il governo ha posto la fiducia. Forza Italia, che giudica il testo irricevibile, nel pomeriggio ha annunciato che passa all’opposizione. Il vice premier, Angelino Alfano, ha dichiarato che “è sbagliato sabotare il governo e portare il Paese al voto”. “La necessità di verificare la sussistenza di una maggioranza a sostegno dell’attuale governo – si sottolinea in una nota del Quirinale – sarà soddisfatta in brevissimo tempo durante la seduta in corso al Senato”.
Nel giorno del voto sulla legge di stabilità e alla vigilia della votazione di domani sulla decadenza da senatore di Berlusconi, si conclude l’esperienza delle larghe intese: il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani, ha dichiarato che non ci sono più le condizioni perché il partito di centrodestra, guidato da Berlusconi, resti nella maggioranza. Il testo presentato dal governo – ha aggiunto Romani – è irricevibile. Sul maxiemendamento alla legge di stabilità, intanto, il governo ha posto la fiducia. Una fiducia – spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini – necessaria anche per verificare il rapporto fiduciario tra governo e parlamento. Nel testo sono previste detrazioni nella tassazione immobiliare, per un totale di 700 milioni. Al via anche un esperimento sul reddito minimo garantito grazie al contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro. Le risorse risparmiate dalla riduzione del finanziamento pubblico ai partiti, sovvenzioneranno inoltre il fondo contro le calamità naturali. Critici i sindacati: Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato, per il prossimo 14 dicembre, manifestazioni su tutto il territorio nazionale per chiedere significative riduzioni della tassazione su lavoro e pensioni.
Oggi alle 19 il Senato si esprimerà con il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, in seguito alla condanna nel processo Mediaset. Per protestare, Forza Italia ha indetto una manifestazione . Oggi – afferma Berlusconi – scendono in piazza tutti i cittadini che sono fortemente preoccupati per quanto sta accadendo”, “non per difendere Silvio Berlusconi ma perché’ hanno a cuore la democrazia del Paese.
E’ cominciata nel frattempo questa mattina nell’Aula del Senato la seduta dedicata al voto per la decadenza di Silvio Berlusconi. Il presidente della Giunta delle Immunità, Dario Stefano, legge la relazione della Giunta che non conferma la convalida dell’elezione del leader di Forza Italia. Berlusconi nel pomeriggio terrà una manifestazione davanti a Palazzo Grazioli contro quello che definisce “un omicidio politico”. «Noi non ci ritirermo». Silvio Berlusconi annuncia che non farà un passo indietro, non uscirà dalla scena politica. «Anche altri leader non sono parlamentari. Come Grillo, o Renzi». E rilancia sul progetto di una svolta presidenzialista: «Come in tutti gli altri Paesi europei, dobbiamo dare ai cittadini la possibilità di eleggere il proprio presidente della Repubblica».
IL COMIZIO – Il Cavaliere ha preso la parola alle 16.30,davanti a qualche migliaio di sostenitori radunati di fronte a Palazzo Grazioli: «È una giornata di lutto per la democrazia – ha detto -. A partire dal 1994, una magistratura di estrema sinistra si è data come missione la via giudiziaria al socialismo». Berlusconi ha citato i documenti di Magistratura Democratica: «Persino l’Unità ha accusato certi pm di aver abbracciato le idee estremiste della Br – ha detto Berlusconi -. Approfittando della legge sull’immunità parlamentare, certi magistrati hanno fatto piazza pulita di cinque partiti. E allora sapete cosa è successo? Siamo scesi in campo noi. Hanno subito cercato di farmi fuori dalla scena politica con i processi». Quindi l’elenco dei processi, secondo la sua enumerazione: «Sono 52 i processi che mi hanno gettato addosso», ha detto. «Abbiamo lottato, ci siamo difesi, abbiamo impiegato tante risorse economiche cercando di non perdere la serenità. Da 41 processi siamo venuti fuori senza nessuna condanna». L’ex premier lamenta l’accanimento dei pm: «Hanno cambiato strategia: dopo aver militarizzato l’accusa, hanno occupato i collegi giudicanti. Sono allora fioccate le condanne: Ruby, Mediaset, la condanna per la frase abbiamo una banca». L’ultima condanna, quella sui diritti televisivi, sarebbe stata viziata dal medesimo disegno: «Avevo diritto al mio giudice naturale. Mi hanno dato giudici che avevano un’idea predeterminata su di me. Quindi è cominciata la corsa alla decadenza, per la quale hanno calpestato la legge, bruciando i tempi oltre le leggi e i regolamenti». Ha quindi citato le polemiche che hanno preceduto il sit-in di Forza Italia: «Vorrei rassicurare tutti – ha spiegato – questa è una manifestazione pacifica. Noi non abbiamo l’odio nel cuore». (servizio aggiornato alle ore 17.20)