Mc 3,20-21
I suoi dicevano: «E’ fuori di sé».
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Gesù non solo è considerato pazzo. È anche accusato di essere indemoniato. È questa un’accusa infamante, lesiva per la sua credibilità. È un’accusa che viene dai Giudei. Prima questi lo infamavano di alleanza con il demonio. Ora superano anche questo capo di infamia. Lo dichiarano pazzo e indemoniato.
In quel tempo fu portato a Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. Tutta la folla era sbalordita e diceva: «Che non sia costui il figlio di Davide?». Ma i farisei, udendo questo, dissero: «Costui non scaccia i demòni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni». Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi. Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come dunque il suo regno potrà restare in piedi? E se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Ma, se io scaccio i demòni per mezzo dello Spirito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Come può uno entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega? Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. (Mt 12,22-30).
Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.
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E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
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Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole. Molti di loro dicevano: «È indemoniato ed è fuori di sé; perché state ad ascoltarlo?». Altri dicevano: «Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi ai ciechi?» (Gv 10,11-21).
Il brano evangelico offerto oggi alla nostra riflessione ci rivela quanto penetrante nei cuori sia la calunnia, la maldicenza, la falsità, il fango morale e spirituale che vengono gettati sopra una persona. La diffusione è così capillare che riesce a inocularsi anche nelle menti dei piccoli, dei semplici, degli stessi familiari. Essa non risparmia nessuno.
Calunnia, falsità, menzogna, fango morale e spirituale sono l’arma micidiale, sempre aggiornata del diavolo. È sufficiente questo suo veleno infernale, reso resistente ad ogni pensiero di bene, ad ogni dubbio o interrogativo, per distruggere l’opera del Signore. Se lui gettò fango su Dio con Eva, lo getterà con ogni altra persona che viene e parla in nome di Dio. Il suo scopo è uno solo: rendere la persona non credibile. Questa non può distruggere il suo regno. Lui distruggerà tutti coloro che vogliono vendemmiare i suoi sudditi e portarli nel tino della grazia e della verità del nostro Dio. Se questo veleno non è sufficiente, allora passa all’eliminazione anche fisica. Ma nessuno dovrà disturbare i suoi traffici infernali.
L’uomo di Dio sa queste strategie di Satana e non ha paura di esporsi ad ogni sua calunnia e anche se è richiesto alla stessa croce. L’esempio di Gesù è la nostra via.
Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato (Eb 12,1-4).
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la via di Gesù.
Commento a cura del Movimento Apostolico