Trionfa Syriza con il 36,34%, ma non raggiunge la maggioranza assoluta. Con 149 seggi la formazione della sinistra radicale guidata dal giovane Alexis Tsipras stravince le elezioni politiche greche dopo una campagna elettorale vittoriosa giocata interamente sull’uscita dalla crisi. Secondo partito è Nuova Democrazia col 27,81%, terzi i neonazisti di Alba Dorata. Forte è stata anche l’astensione: dei 9.902.915 aventi diritto solo 6.324.963 si sono recati alle urne, portando l’area del non-voto al 36,14%.
«I greci – ha detto il leader Tsipras a commento della vittoria – hanno mostrato la strada del cambiamento all’Europa. Ora occorre costruire una nuova Europa basata sulla solidarietà. La troika appartiene al passato. Il voto contro l’austerità è stato forte e chiaro».
I greci hanno creduto in lui e nel suo partito.
Ma quali sono concretamente le promesse fatte da Alexis Tsipras per risollevare la Grecia?
Il suo Piano per la ricostruzione nazionale si basa su quattro pilastri generali: la fine della crisi umanitaria in Grecia, la rivitalizzazione dell’economia, il rilancio dell’occupazione e la riforma del sistema politico. Il suo principale impegno è il taglio del debito greco, non solo sulla parte degli interessi, così che diventi sostenibile.
Il programma anti crisi:
1) Dare vita a una conferenza internazionale dei creditori sul modello di quella che si tenne nel 1953 quando fu abbattuto il debito della Germania post-bellica.
2) Cancellare la tassa sulla casa (Enfia) e innalzare a 12.000 euro la soglia di esenzione fiscale.
3) Lotta agli evasori per recuperare in sette anni 20 miliardi
4) Gli strati sociali più deboli beneficeranno di elettricità in parte gratuita e sostegno all’alimentazione con i buoni pasto.
5) Ripristino della tredicesima
6) Assistenza medica gratuita per chi è disoccupato e non ha polizza assicurativa,
7) Pass gratuito per i trasporti per i disoccupati a lungo termine.
8) Occupazione: è previsto un piano biennale da 5 miliardi di euro, finanziato da fondi Ue, per creare occupazione, stimolando soprattutto piccole e medie industrie con una visione “etica” dell’economia e create da giovani.
9) Verranno cancellate le leggi che oggi consentono licenziamenti facili e di massa da parte delle aziende.
10) Sarà innalzato il salario minimo a 751 euro, dai 450 attuali.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire