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Vendetta contro barbarie

Non c’è conferma ma fonti curde riferiscono di bombardamenti della Giordania su Mosul, in Iraq. Ci sarebbero 55 morti tra i membri dello Stato islamico, tra cui un loro leader. Sarebbe la seconda risposta di Amman alla barbara uccisione del pilota giordano: la prima è stata l’esecuzione ieri mattina di due jihadisti, tra cui Sajida al-Rishawi, la donna irachena che si pensava potesse essere scambiata con l’ostaggio giordano.Non si è fatta attendere la prima risposta del governo di Amman al barbaro assassinio del pilota giordano, bruciato vivo dai terroristi dell’Is e mostrato in un video. All’alba, è stata eseguita la condanna a morte della kamikaze mancata, Sajida al-Rishawi, la terrorista irachena di cui l’Is chiedeva la liberazione in cambio degli ostaggi. La donna era stata trasferita nel carcere di Swaqa, 70 chilometri a sud di Amman, dove di solito avvengono le esecuzioni capitali, appena un’ora dopo la pubblicazione del video. Con lei, alle 3 della notte ora italiana, è stato impiccato anche un altro jihadista, Ziad al-Karbouli, un iracheno considerato vicino ad Abu Musab al-Zarqawi e che aveva ucciso un giordano. Altre esecuzioni di terroristi sono attese già nelle prossime ore.

Intanto, mentre Amman si prepara a rafforzare il suo impegno nella coalizione internazionale che da settembre bombarda il Califfato, emergono crepe nel fronte degli alleati arabi. Ora si è scoperto che dopo la cattura del pilota, a fine dicembre, gli Emirati Arabi hanno interrotto la partecipazione ai bombardamenti aerei contro l’Is, per timore che i propri piloti possano essere catturati dagli jihadisti. Le autorità emiratine pretendono un impegno maggiore degli Usa per il recupero dei loro uomini in caso di abbattimento degli aerei e lo schieramento nel nord dell’Iraq, più vicino al teatro dei raid aerei, dei V-22 Osprey, i velivoli d’assalto che vengono impiegati per operazioni di salvataggio.

Vendetta contro barbarie
Non c’è conferma ma fonti curde riferiscono di bombardamenti della Giordania su Mosul, in Iraq. Ci sarebbero 55 morti tra i membri dello Stato islamico, tra cui un loro leader. Sarebbe la seconda risposta di Amman alla barbara uccisione del pilota giordano: la prima è stata l’esecuzione ieri mattina di due jihadisti, tra cui Sajida al-Rishawi, la donna irachena che si pensava potesse essere scambiata con l’ostaggio giordano.

La Giordania è sotto choc: la madre del pilota bruciato vivo si è sentita male e ha dovuto essere ricoverata in ospedale quando ha saputo quale sorte fosse toccata al figlio. Il padre ha chiesto una “vendetta peggiore che due esecuzioni”. Dopo aver promesso di non dare tregua agli jihadisti, re Abdallah – che era a Washington, quando abdallah.jpgè stato diffuso il raccapricciante video (nella foto, con Obama) – è rientrato ad Amman con l’impegno americano per ulteriori aiuti per un miliardo di dollari all’anno per i prossimi tre anni.

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Il pilota giordano è stato commemorato come “un martire” anche dai peshmerga curdi che hanno perso un migliaio di uomini nella guerra contro l’Is. Dall’inizio dell’anno si stima che in Siria gli jihadisti hanno giustiziato 50 persone, ma la brutalità dell’uccisione del pilota giordano viene letta come un messaggio di orrore per scalfire la coalizione anti-jihadista.

Il mondo islamico, però, appare compatto nella condanna: un durissimo monito è stato lanciato dall’Università di Al-Azhar al Cairo, il più prestigioso centro d’insegnamento dell’islam sunnita, con mille anni di storia, che ha chiesto “l’uccisione, la crocifissione e l’amputazione degli arti” dei terroristi dell’Is, chiamato “gruppo satanico“.

L’Is tempo fa aveva postato su twitter un editto religioso secondo il quale è lecito bruciare vivo un infedele, ma la maggior parte dei religiosi islamici nega decisamente questa interpretazione.

Anche il governo iraniano ha condannato la “selvaggia” uccisione del pilota giordano Muath al-Kasaesbeh; un “atto disumano che non rispetta alcun codice di condotta islamico“, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Marzieh Afkham, citata dall’agenzia ufficiale Irna.

Il nuovo re saudita Salman ha condannato il “barbaro” omicidio del pilota giordano uccisi dall’Is, definendolo un atto “contrario ai valori dell’Islam”. Salman ha inviato un messaggio di condoglianze al re giordano Abdullah II in cui spiega di aver “appreso con profonda tristezza del martirio di Maaz al-Kassasbeh” e condanna “l’odioso crimine” contrario a tutti i valori del genere umano.

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Campane a morto per il pilota
A mezzogiorno di oggi, mercoledì 4 febbraio, le campane di tutte le chiese cattoliche sparse per la Giordania hanno suonato a morto in segno di lutto per il raccapricciante omicidio del pilota 26enne Muath al-Kaseasbeh. Loha riferito all’Agenzia Fides l’arcivescovo Laroun Lahham, vicario patriarcale per la Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme. “Nella giornata di oggi, alle ore 18 – ha aggiunto l’arcivescovo Lahham – in tutte le parrocchie giordane, in contemporanea, si celebrano Messe di suffragio e si recitano preghiere per il soldato. Poi una delegazione ufficiale della Chiesa cattolica si recherà a presentare le proprie condoglianze alla famiglia e alla tribù a cui apparteneva Muath ”.

Sdegno nel Paese
L’esecuzione del pilota ha suscitato un’ondata di sdegno in tutta la nazione. I capi religiosi invitano in maniera unanime i cittadini a rimanere saldi nella prova e a custodire l’unità nazionale stringendosi intorno a Re Abdallah II.

Il pilota era stato catturato il 24 dicembre a Raqqa, dopo che il suo aereo, impegnato a bassa quota contro le postazioni anti-aeree dello Stato islamico, era precipitato. Poco dopo la cattura, sui siti jihadisti si era aperto un sondaggio per decidere in che modo il prigioniero dovesse essere ucciso.

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Mattarella scrive al re di Giordania: “Sono certo che la tragica morte del tenente El-Kassasbeh ed il grande dolore sofferto dalla sua famiglia rafforzeranno ulteriormente l’unità del popolo giordano e la collaborazione della comunità internazionale per  sconfiggere la piaga del terrorismo”. Lo afferma il presidentedella Repubblica in un messaggio al Re di Giordania, Abdallah II.

“Mentre devono essere fatti tutti gli sforzi per combattere il terrorismo e far pagare le conseguenze ai responsabili, la nostra reazione alla minaccia posta dal Daesh (lo Stato islamico) deve essere in linea con i nostri valori comuni di giustizia e diritti dei prigionieri”. Lo ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Federica Mogherini che, senza citare la reazione della Giordania che ha mandato a morte due terroristi, ricorda che “la posizione europea contro la pena capitale resta invariata“.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire, Radio Vaticana, BBC

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