Il gruppo dello Stato islamico ha ucciso alcuni dei cristiani assiri sequestrati negli ultimi giorni nella provincia di Al Hasaka, nel nordest della Siria. Lo ha riferito all’agenzia Efe un familiare di una delle vittime. “Oggi hanno ucciso a colpi di arma da fuoco due delle persone rapite a Tal Hurmuz, tra cui un mio cugino di 65 anni”, ha fatto sapere Abdel Abdel, un ingegnere fuggito cinque mesi fa a Beirut assieme alla moglie e ai due figli. L’uomo è in contatto con i parenti rimasti nella provincia di Al Hasaka. I jihadisti, ha raccontato Abdel, sono entrati a Tal Hurmuz all’alba di ieri e hanno sequestrato cinque persone.
Il presidente del Movimento patriottico di Assiria, Ashur Girwargis, ha fatto sapere a Efe che i jihadisti hanno separato le donne e i bambini dagli uomini, i quali sono stati portati nella zona di Yabal Abdelazi, dove l’Is ha una base. Nessuno sa con certezza quante persone siano state rapite, ha detto l’uomo, aggiungendo che secondo alcune fonti i militanti avrebbero preso in ostaggio 70 persone a Tal Shamiran; altre 15, fra cui 3 ragazze, a Tal Hurmuz; 12 a Tal Goran e circa 40 a Tal Yazira.
Gli altri abitanti sono fuggiti nelle vicine città di Qameshli e Al Hasaka. Oggi, ha detto l’uomo, gli estremisti hanno fatto esplodere una chiesa di Tal Hurmuz, una località strategica situata in cima a una collina.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i militanti dell’Isis hanno sequestrato 90 civili della minoranza assira a Tal Hurmuz y Tal Shamiram, ma Abdel ha indicato che le persone rapite potrebbero essere più di 100. Secondo il presidente del Consiglio nazionale siriaco i rapiti sarebbero 150. Un mese fa, ha riferito ancora Abdel, i combattenti cristiani avevano catturato nella zona sei membri del gruppo estremista e il rapimento dei civili potrebbe essere un atto di vendetta per quell’operazione.