RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO MERCOLEDI’ – “A chi potreste paragonarmi quasi che io gli sia pari? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra” – “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”.
Due espressioni della Scrittura che la Liturgia d’Avvento magistralmente mette insieme per introdurci sempre più nel mistero del Natale: la prima del profeta Isaia sull’infinita distanza qualitativa di Dio dall’uomo e la seconda di Gesù che invita ciascuno ad andare a Lui. Due espressioni che evidenziano il paradosso cristiano in tutta la sua forza: l’assoluta trascendenza di Dio: “a chi potreste paragonarmi quasi che io gli sia pari?” che si fa vicina e prossima alla creatura nell’invito di Gesù: “venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi”.
Si, noi possiamo andare a Gesù perché Egli per primo è venuto a noi: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare fra noi”, così canta San Giovanni nel suo vangelo. Dio si è messo alla nostra portata: perché noi diventassimo forti, la sua fortezza si è fatta debole, perché diventassimo divini, la sua divinità si è fatta mortale. Sant’Agostino esprime questa verità con parole sublimi: “Se dunque Verbo significa Dio e carne significa uomo, che cosa significa: il Verbo si è fatto carne se non «Colui che era Dio si è fatto uomo»? e perciò colui che era Figlio di Dio è divenuto figlio dell’uomo assumendo ciò che era inferiore, non mutando ciò che era superiore; prendendo ciò che non era, non perdendo ciò che era” (Sermone 186).
È questo il Dio che celebriamo nel Natale: è il Dio-con-noi, l’Emmanuele, Colui che, come continua Giovanni nella sua prima lettera, “noi abbiamo udito”, “noi abbiamo veduto con i nostri occhi”, “noi abbiamo contemplato”, “le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita.” L’Artefice dell’universo, l’Imperscrutabile, il Sapiente, il Trascendente proclamato da Isaia, a cui vanamente possono opporsi i potenti della terra, eccolo discendere dal cielo nella condizione di un figlio d’uomo: nasce da una donna, dentro una stalla sotto gli occhi di umili pastori. Si fa prossimo e visibile a noi così che noi possiamo vederlo e andare a Lui!
Oggi nel mio rientro al cuore visualizzerò il Bimbo del presepe e mi fermerò a contemplarne il mistero. È il mistero di un Amore Assoluto, dell’Amore di un Dio-Amore! Ripeterò con calma:
“il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi” Amen Gloria Alleluia!
La voce di un vescovo dei nostri giorni
Gesù ti dice: “vieni fino alla mia vita, vieni fino alla mia gioia, vieni fino al mio amore, vieni fino a me!” Ma tu forse puoi dire: “è vero, Signore, che io sono fatto per te ed è inquieto il mio cuore fino a quando non riposa in te, ma come posso venire fino a te dal momento che abiti in una distanza infinita?” Egli ti risponde: “Io ho preparato la nave su cui tu puoi fare la traversata. Mi sono fatto ciò che non ero perché tu potessi giungere a ciò che Io sono: aggrappati a me, sali con me. Ho preparato il legno con cui tu puoi attraversare il mare: anche se sei affaticato e stanco, sono io che ti ristoro, che ti dono forza.”
Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna
A cura dell’Eremo di San Biagio