Ci sono delle notizie che basta il titolo e sai già tutto perché ti si apre un mondo: Leonard Nimoy è morto a 83 anni. Lui era il dottor Spock, quello che ha fatto conoscere Nimoy al grande pubblico, e il grande pubblico ero io, quelli della mia generazione. Star Trek ha la mia età.
Con lui le astronavi volavano con la mano, facevano il rumore con la bocca e dopoStar Trek c’erano i compiti. Il 2015 era un tempo futurissimo e io bambino non sapevo di essere affascinato dal fatto che la coscienza di Star Trek fosse un meticcio bluastro con le orecchie a punta. Vuoi vedere che il motto di Papa Francesco “la realtà si capisce meglio dalla periferia che dal centro” mi convince tanto perché da bambino sono stato fertilizzato da un vulcaniano?
In una puntata, quando Saavik gli dice: “Lei non è mai come ci si aspetta, signore”, Spock risponde: “Cosa la sorprende, tenente?”. Saavik: “Sembra così umano”. Spock: “Nessuno è perfetto, Saavik”. Si può prescindere per il resto della vita da un dialogo così?
Vuoi vedere che se Matteo Salvini avesse visto più Star Trek ora le cose andrebbero diversamente? Forse non c’è troppo da scherzarci, anche se la Tv era in bianco e nero e le trasmissioni finivano con la Fine delle trasmissioni e quando spegnevi rimaneva il puntino luminoso. E poi dicono che i veri protagonisti della fantascienza sono gli effetti speciali. Se è vero, non lo era per Star Trek che aveva l’obiettivo di andare, davvero, ai lontani. Sentite qua, e ditemi se quelle erano o no periferie: “Spazio, ultima frontiera. Questi sono i viaggi della nave stellare Enterprise. La sua missione è esplorare strani nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà, per arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima”.
E se Repubblica, parlando di Spock, cita L’Osservatore Romano perché entrambi convergono nel dire quanto sia vero che la coscienza arriva a noi dal punto di vista dei diversi e dei lontani, ditemi se non è vero che la realtà ha superato la fantascienza e che forse, tanti politici la penserebbero diversamente su Mare nostrum & C. se avessero dedicato qualche ora in più a mugolare sibili di motori in un’infanzia felice.
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da L’Huffington Post