Il Cardinale Peter Turkson annuncia un impegno ancora più forte della Chiesa per la “questione ambientale”.
«Si parla molto di una prossima Enciclica alla quale, come Sua Santità ha avuto la bontà di spiegare in occasione del suo volo di rientro dalla Corea, ho partecipato assieme ai miei collaboratori. L’intento del Santo Padre è di interessarsi all’ecologia naturale e a quella umana. In questo, Papa Francesco si colloca nel lungo solco d’insegnamenti dei suoi predecessori». Il cardinale Peter Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, in un’intervista al bimestrale Quale energia riporta l’attenzione della Chiesa sulla questione ambientale. Ed in particolare l’impegno che Papa Francesco rilancerà su di essa nella prossima Enciclica.
DA STOCCOLMA A GIOVANNI PAOLO II
«Nel 1972 – ricorda Turkson – la Conferenza di Stoccolma si interessò allo sviluppo, all’inquinamento, all’esaurimento delle risorse e alla povertà, e incaricò il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente di seguire questi temi. Prima che l’ONU si radunasse in occasione dell’importante vertice di Rio de Janeiro nel 1992, Giovanni Paolo II propose al mondo il primo esaustivo e denso contributo di un Papa sull’ambiente: il suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, dal titolo Pace con Dio creatore. Pace con tutto il creato. Scriveva: “non si otterrà il giusto equilibrio ecologico, se non saranno affrontate direttamente le forme strutturali di povertà esistenti nel mondo“».
ARMONIA ECOLOGICA E INGIUSTIZIE SOCIALI
Numerose Conferenze episcopali approfondirono la questione. «Quella canadese, per esempio, scrisse nel 2003 che l’armonia ecologica non può esistere in un mondo dalle strutture sociali ingiuste, e che le estreme iniquità sociali del nostro mondo non potranno condurre a una sostenibilità ecologica».
IL COMPENDIO E BENEDETTO XVI
Nel 2004, il successivo step, con il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha pubblicato il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, il cui decimo capitolo è interamente dedicato alla tutela dell’ambiente. «Il punto di partenza è che il grido della terra e quello dei poveri è uno solo. Segue il famoso insegnamento di Benedetto XVI contenuto nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2010: “il libro della natura è unico, sia sul versante dell’ambiente come su quello dell’etica personale, familiare e sociale. I doveri verso l’ambiente derivano da quelli verso la persona“».
L’ “ASSAGGIO” DI PAPA FRANCESCO
L’excursus di Turkson mostra cosa precede la preparazione dell’Enciclica di Papa Francesco sull’ecologia naturale e su quella umana, «Enciclica radicata negli insegnamenti dei suoi predecessori». Un assaggio, evidenza il Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, «ci è stato dato in occasione del recente incontro al Parlamento Europeo, dove Papa Francesco ha esortato ripetutamente a occuparsi dell’ambiente, a essere “custodi” della natura. Ha esortato anche la Chiesa su questa strada, e ha collegato la tematica ambientale a quella della schiavitù e delle migrazioni, alla cultura dello scarto e del diritto al cibo tuttora spesso non applicato».
“QUALE PIANETA LASCEREMO AI NOSTRI BAMBINI?”
Occorre, dunque, adoperarsi in materia di ambiente «a 360 gradi», sentenzia Turkosn, «Senza dimenticare che, oltre all’ecologia ambientale, esiste anche un’ecologia umana. Le due preoccupazioni vanno di pari passo. Dobbiamo, sì, chiederci: “quale pianeta lasceremo ai nostri bambini?” ma anche: “quali bambini lasceremo al pianeta?”».
“CONVERSIONE ECOLOGICA”
Cambiare comportamento, è il messaggio del Porporato, che molto probabilmente verrà ripreso nella futura Enciclica di Francesco, «diventa allora fondamentale, e in questo possiamo riprendere l’appello di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI a una “conversione ecologica”. Tale è la strategia da adottare. Inoltre, non possiamo evitare la questione dell’educazione».
L’EDUCAZIONE DEI GIOVANI
Benedetto XVI, nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2012, «insisteva proprio sul bisogno di educare i giovani». Ricordiamo le sue parole: “Dobbiamo educarci alla compassione, alla solidarietà, alla collaborazione, alla fraternità, essere attivi all’interno della comunità e vigili nel destare le coscienze sulle questioni nazionali e internazionali e sull’importanza di ricercare adeguate modalità di ridistribuzione della ricchezza, di promozione della crescita, di cooperazione allo sviluppo e di risoluzione dei conflitti”.
Di Gelsomino del Guercio per Aleteia