Gv 6,16-21
Videro Gesù che camminava sul mare.
Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
Gesù non rivela se stesso ai suoi discepoli tenendo un ciclo di conferenze, una serie di lezioni sulla sua Persona e natura divina, sul mistero della sua incarnazione, sulla relazione con il Padre e lo Spirito Santo, sui frutti operati in Lui dallo Spirito di Dio. Gesù non parla per trattati teologici, per dottrina, per elaborazione dei dati della fede. Lui parla mostrando se stesso ogni giorno con una dimensione sempre nuova del suo essere. Di giorno si era rivelato onnipotente nella preghiera, nella benedizione. Aveva benedetto i pani e questi si erano moltiplicati. Questa notte manifesta un’altra caratteristica, finora mai manifestata da nessun uomo di Dio che lo aveva preceduto.
Se ieri la gente e gli stessi apostoli avevano pensato che Gesù era un grande profeta mandato da Dio al suo popolo, più grande di Elia e di Eliseo, questa notte gli Apostoli devono pensare qualcosa di diverso. La rivelazione è troppo alta, unica. Ciò che Gesù fa è opera solo di Dio. Solo di Lui si dice che cammina sulle acque. Eliseo ha fatto galleggiare per pochi istanti un’ascia di ferro. Ma niente di più. Dio invece cammina sulle acque come se fossero terra ben compatta, solida, cementata. Non solo, appena Lui mette i piedi sulla barca, subito la barca tocca la riva alla quale erano diretti.
I figli dei profeti dissero a Eliseo: «Ecco, l’ambiente in cui abitiamo presso di te è troppo stretto per noi. Andiamo fino al Giordano, prendiamo lì una trave ciascuno e costruiamoci lì un locale dove abitare». Egli rispose: «Andate!». Uno disse: «Dégnati di venire anche tu con i tuoi servi». Egli rispose: «Verrò». E andò con loro. Giunti al Giordano, cominciarono a tagliare gli alberi. Ora, mentre uno abbatteva un tronco, il ferro della scure gli cadde nell’acqua. Egli gridò: «Oh, mio signore! Era stato preso in prestito!». L’uomo di Dio domandò: «Dov’è caduto?». Gli mostrò il posto. Eliseo allora tagliò un legno e lo gettò in quel punto e il ferro venne a galla. Disse: «Tiratelo su!». Quello stese la mano e lo prese (2R 6,1-8).
Il Libro di Giobbe rivela la grandezza del Dio Creatore e Signore. Lui solo cammina sulle onde del mare. Lui solo è il Signore che ne governa la sua orgogliosa forza.
Egli è saggio di mente, potente di forza: chi si è opposto a lui ed è rimasto salvo? Egli sposta le montagne ed esse non lo sanno, nella sua ira egli le sconvolge. Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremano. Comanda al sole ed esso non sorge e mette sotto sigillo le stelle. Lui solo dispiega i cieli e cammina sulle onde del mare. Crea l’Orsa e l’Orione, le Plèiadi e le costellazioni del cielo australe. Fa cose tanto grandi che non si possono indagare, meraviglie che non si possono contare. Se mi passa vicino e non lo vedo, se ne va e di lui non mi accorgo. Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire? Chi gli può dire: “Cosa fai?” (Gb 9,1-12).
Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano: «Chi è mai costui che oscura il mio piano con discorsi da ignorante? Cingiti i fianchi come un prode: io t’interrogherò e tu mi istruirai! Quando ponevo le fondamenta della terra, tu dov’eri? Dimmelo, se sei tanto intelligente! Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la corda per misurare? Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, mentre gioivano in coro le stelle del mattino e acclamavano tutti i figli di Dio? Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando usciva impetuoso dal seno materno, quando io lo vestivo di nubi e lo fasciavo di una nuvola oscura, quando gli ho fissato un limite, e gli ho messo chiavistello e due porte dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”? (Gb 38,1-11).
In questa notte Gesù rivela la sua uguaglianza con Dio. Lui è oltre i profeti, oltre Mosè. Lui è come Dio, in tutto uguale a Lui. Lui ha il governo, il dominio dell’intera creazione.
La metodologia di Gesù deve essere la stessa del cristiano. Egli è obbligato a rivelare il suo essere una cosa sola con Cristo attraverso le sue opere. Sono esse la sua verità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a rivelare noi stessi.
Commento del Movimento Apostolico