“Smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane non abbiano un impatto su chi soffre la fame”. E’ l’invito di Papa Francesco che, nel video messaggio in diretta con l’Expo di Milano nella mattinata di apertura, chiede “un cambiamento di mentalità” sulle questioni alimentari. Francesco dice ‘no’ a spreco e scarto, e chiede di tenere ben presenti i volti di uomini, donne e bambini malnutriti. Così – dice – la Expo può essere “occasione propizia per globalizzare la solidarietà”.
“Importante”, “essenziale”: così Francesco definisce il tema dell’Expo: ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’. Poi la forte raccomandazione:
“…purché non resti solo un “tema”, purché sia sempre accompagnato dalla coscienza dei “volti”: i volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano.”
Il Papa parla di “una presenza nascosta di questi volti, che – dice – in realtà dev’essere la vera protagonista dell’evento”. Una presenza che il Papa vorrebbe – lo esprime esplicitamente – che “ogni persona che passerà a visitare la Expo possa percepire”. L’obiettivo è chiaro e doveroso: cambiare mentalità. Di fronte a noi – ricorda – abbiamo il paradosso dell’abbondanza (come diceva Giovanni Paolo II alla FAO nel 1992), la cultura dello spreco, dello scarto. Abbiamo quelli che Francesco definisce “meravigliosi padiglioni” dell’Expo. Ma Francesco chiede a gran voce di cambiare mentalità:
“…per smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane – ad ogni grado di responsabilità – non abbiano un impatto sulla vita di chi, vicino o lontano, soffre la fame. Penso a tanti uomini e donne che patiscono la fame, e specialmente alla moltitudine di bambini che muoiono di fame nel mondo.”
Francesco, dunque, si rivolge a tutti, parlando di diversi gradi di responsabilità. Poi il riferimento preciso:
“E ci sono altri volti che avranno un ruolo importante nell’Esposizione Universale: quelli di tanti operatori e ricercatori del settore alimentare. Il Signore conceda ad ognuno di essi saggezza e coraggio, perché è grande la loro responsabilità.”
Francesco, all’inizio del suo messaggio, chiarisce di parlare da vescovo di Roma, a nome del popolo di Dio pellegrino nel mondo intero, “voce – sottolinea – di tanti poveri che fanno parte di questo popolo e con dignità cercano di guadagnarsi il pane col sudore della fronte.” A questo titolo lancia il suo appello:
“La Expo è un’occasione propizia per globalizzare la solidarietà. Cerchiamo di non sprecarla ma di valorizzarla pienamente!”
Ancora l’auspicio di Papa Francesco:
“Il mio auspicio è che questa esperienza permetta agli imprenditori, ai commercianti, agli studiosi, di sentirsi coinvolti in un grande progetto di solidarietà: quello di nutrire il pianeta nel rispetto di ogni uomo e donna che vi abita e nel rispetto dell’ambiente naturale.
Come cristiani, Francesco ricorda il riferimento preciso alla preghiera del eccellenza: quella che ci ha insegnato Gesù: il Padre Nostro in cui diciamo “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.
“Questa è una grande sfida alla quale Dio chiama l’umanità del secolo ventunesimo: smettere finalmente di abusare del giardino che Dio ci ha affidato, perché tutti possano mangiare dei frutti di questo giardino. Assumere tale grande progetto dà piena dignità al lavoro di chi produce e di chi ricerca nel campo alimentare.”
Poi il Primo Maggio, giorno dedicato al lavoro, il Papa non vuole dimenticare i volti di tutti i lavoratori che hanno faticato per la Expo di Milano, specialmente dei più anonimi, dei più nascosti, che anche grazie a Expo hanno guadagnato il pane da portare a casa. E due appelli di Francesco davvero universali:
“Che nessuno sia privato di questa dignità! E che nessun pane sia frutto di un lavoro indegno dell’uomo!
E ancora:
“E che non manchi il pane e la dignità del lavoro ad ogni uomo e donna.”
Papa Francesco non ha dubbi: “tutto parte da lì, dalla percezione dei volti”.
Il servizio è di Fausta Speranza per la Radio Vaticana