Intervista al patriarca di Gerusalemme Mons. Fouad Twal su Mariam e Marie Alphonsine, che saranno canonizzate il 17 maggio
Lei sarà a Roma il 17 maggio per la canonizzazione di due religiose palestinesi, e ha invitato il presidente dello stato palestinese ad accompagnarla: che cosa rappresenta questo avvenimento della Chiesa universale per gli abitanti della Terra Santa in questo momento della storia?
«La canonizzazione di due sante palestinesi è un momento spiritualmente forte per gli abitanti della Terra Santa. Nel mezzo di tutte le difficoltà che ci sono, Mariam e Marie Alphonsine sono una luce sul nostro cammino, un invito a non scoraggiarsi e a mantenere gli occhi fissi sul nostro obiettivo e sulla nostra vocazione per tutti in quanto cristiani: la santità. Se la Terra Santa oggi, talmente straziata da violenza e divisioni, talvolta ci sembra sfigurata, le nostre due sante vengono a restituirgli il suo carattere sacro. Come se Mariam e Marie Alphonsine, con il loro esempio, ci dicessero: sì, la Terra Santa può essere feconda e può dare frutti di santità. La santità è ancora possibile, anche in un contesto tra i più difficili. Mariam e Marie Alphonsine non hanno conosciuto il conflitto israelo-palestinese durante la loro vita sulla terra, ma hanno vissuto in tempi difficili e in un’estrema povertà. Mariam, non avendo ricevuto un’educazione, era anche analfabeta. Ma entrambe grazie alla loro perseveranza, la loro pazienza, la loro umiltà, hanno amato Dio e i loro fratelli con amore e sacrificio al punto di diventare sante».
Qual è il grande messaggio inviato al mondo di oggi da queste due nuove sante, Mariam Bawardi e Marie Alphonsine Ghattas, alle quali lei ha recentemente dedicato una lettera pastorale?
«È un messaggio di speranza e d’amore. Un messaggio d’incoraggiamento alla santità attraverso la via dell’umiltà, della semplicità. Mariam diceva di sé di essere “il piccolo niente” di Gesù Crocifisso, Marie Alphonsine ha vissuto anch’essa nella più grande umiltà, talvolta nella persecuzione, le Suore che vivevano con lei hanno ignorato fino alla fine che lei era la fondatrice della loro comunità, le Suore del Rosario di Gerusalemme. Il loro messaggio comune è quello di vivere alla presenza di Dio in tutto, di rimettersi a Dio per tutto, e di mantenere una fiducia totale anche nelle più grandi difficoltà. Marie Alphonsine come Mariam, ha ricevuto tutto da Dio. La Vergine le ha anche mostrato i progetti della Chiesa dedicata a Nostra Signora del Rosario a Gerusalemme. Lo Spirito Santo ha anche mostrato a Mariam dove fondare il Carmelo di Betlemme. Erano entrambe all’ascolto di Dio nei minimi dettagli nella loro vita. Allora, il loro grande messaggio direi è quello della santità accessibile a tutti, la santità come una relazione d’amore e di prossimità a Dio. E il fatto che Mariam e Marie Alphonsine siano le prime sante palestinesi dei tempi moderni, entrambe di lingua araba, è un segno di speranza per la Palestina, per tutta la Terra Santa e per tutto il Medio Oriente: la santità è sempre possibile anche in una regione così straziata. Che si alzi al loro seguito tutta una generazione di santi e di sante!»
Che cosa si aspetta dall’incontro con Papa Francesco, e più ampiamente qual è il programma del pellegrinaggio previsto dalla delegazione che lei accompagnerà in questa occasione?
«Questo incontro col Santo Padre nel contesto straordinario delle canonizzazioni sarà per noi un grande momento di gioia che verrà, ne sono sicuro, a ravvivare la speranza dei nostri cristiani del Medio Oriente e a incoraggiarli a restare fermi nella Fede mantenendo gli occhi fissi verso il cielo, soprattutto in questi momenti così difficili per i cristiani del Medio Oriente. Mariam e Marie Alphonsine sono una consolazione del Cielo. Abbiamo visto quest’anno come Papa Francesco ha sempre avuto gli occhi attenti alla nostra regione e non ha mai cessato di deplorare le atrocità inaudite perpetrate in Medio Oriente contro i cristiani e le minoranze, esprimendo la sua viva preoccupazione e moltiplicando le iniziative: incontro in Vaticano con i nunzi apostolici in Egitto, in Terra santa, in Giordania, in Iraq, in Iran, in Libano, in Siria e in Turchia dal 2 al 4 ottobre 2014: concistoro ordinario per il Medio Oriente, il 20 ottobre 2014; lettera ai Cristiani del Medio Oriente, a Natale, ecc… Marie Alphonsine e Mariam sono entrambe due ragazze dell’Oriente cristiano, e il fatto di canonizzarle oggi in questo contesto rovente è anche, credo, da parte del Papa, un invito alla preghiera, unica pratica che potrà aiutare miracolosamente la nostra regione a rialzarsi. Abbiamo oramai due nuove sante per intercedere per la Pace. Esse sono, grazie alla ricerca della loro saggezza e il loro messaggio divino, un modello di perfezione sia per i cristiani che per gli ebrei e i musulmani. Il loro nome, Marie, Mariam, comune alle nostre tre tradizioni, è anche un segno per il nostro tempo, come se potessero parlare alle tre popolazioni senza distinzione».
Di FRANÇOIS VAYNE per Vatican Insider (La Stampa)
In collaborazione con l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme