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Ma cosa vuole Dio da me? Una domanda da farsi ogni tanto…

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In troppi ci poniamo quotidianamente questa domanda,
così semplice e così decisiva. Che non ci lascia tranquilli.
Cosa vuole Dio da me?
Mentre si balbettano risposte sempre poco opportune,
sentiamo dentro una forza grandiosa
che ci spinge a non tenere Dio per noi.

Dio non ci vuole “soddisfatti e rimborsati”
magari sulle spalle di altri.
Dio ci vuole per gli altri.
Dio ci vuole lì dove più nessuno va,
dove più nessuno si ama o ci ama,
dove “ogni uomo è un povero uomo”.
Dio ci vuole tra la gente ad essere inopportuni e ingerenti,
non quell’ingerenza bigotta che ci spinge a
dire, fare e sentenziare su qualsiasi persona o problema,

ma l’ingerenza dell’amore.
Spezzare questa maledetta catena di odio attraverso l’unico rimedio:
rispondere al male col bene.
Oggi ci vuole in politica, sulle coste a soccorrere i poveri immigrati,
ci vuole nelle tante famiglie che soffrono, nelle carceri diventate lazzaretti,
tra i malati abbandonati, tra i giovani delusi e gli adulti defilati.
Ma dove può volerci se non lì dove la dignità dell’uomo è ferita e calpestata come si fa con una sigaretta,
magari proprio dalla persone perbene e dalle mafie.
Vuole che portiamo il nostro cuore inquieto lì dove c’è indifferenza:
e rimanere lì crocifissi: l’inquietudine per il pesante carico delle ingiustizie
costa sempre sofferenza.
Meglio soffrire per amore che scappare per salvarsi la vita!

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