E nei giorni scorsi il ministro degli Esteri ucraino in visita in Vaticano ha espresso la speranza di una visita di Papa Francesco
Un pellegrinaggio davvero particolare nel santuario mariano di Lourdes l’hanno compiuto i soldati dell’esercito ucraino; e lo scopo non era quello di implorare qualche guarigione o grazia personale, ma il dono della pace a tutto il Paese, che si trova ad affrontare una situazione di guerra nelle zone orientali, dove i separatisti filo russi con l’aiuto del potente vicino stanno continuando a uccidere e ferire, nonostante la tregua siglata qualche mese fa.
Sono stati protagonisti del viaggio religioso verso i Pirenei circa venti soldati, tutti provenienti dalle zone di servizio attivo nell’est dell’Ucraina. “Essere qui è molto importante per noi – ha detto alla Catholic News Agency padre Ivan Yavorsky, un cappellano militare che era la guida spirituale e l’accompagnatore del gruppo – perché in questo modo ci sentiamo appoggiati da tutto il mondo. Vogliamo anche dimostrare al mondo che abbiamo una guerra in Ucraina in questo momento. Siamo qui per pregare per la pace in Ucraina. Questo era il nostro obiettivo: essere qui, vicini alla Vergine e pregare per l’Ucraina, affinché la pace giunga presto”.
Il pellegrinaggio ucraino rientrava nel contesto più ampio del Pellegrinaggio militare internazionale, un appuntamento annuale che ha luogo dal 1946, quando fu deciso di riunire i militari al Santuario della Vergine per implorare la pace e la riconciliazione dopo la Secondo Guerra Mondiale. Erano presenti migliaia di soldati provenienti da trentacinque nazioni diverse. Per l’Ucraina facevano parte del gruppo oltre a padre Yavorsky un altro cappellano militare e un vescovo greco-cattolico. Parecchi soldati del gruppo erano stati feriti durante le operazioni militari nell’Est. Ad oggi si stima che circa seimila persone, fra militari e civili, siano morte nel conflitto nato dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, e la presa di possesso di alcune zone dell’est Ucraina, intorno a Donetsk e Luhanks da parte di miliziani filorussi. Questi ultimi sono appoggiati – secondo Kiev e gli osservatori occidentali – da soldati e mezzi russi.
Della situazione in Ucraina hanno parlato Papa Francesco e la cancelliera tedesca Angela Merkel durante l’udienza privata del 21 febbraio 2015. La Merkel ha collaborato a negoziare un cessate il fuoco fra il governo ucraino e i ribelli filorussi. Entrambe le parti hanno ritirato le armi pesanti, sono stati scambiati i prigionieri e si studia come creare una zona demilitarizzata fra i due fronti. Ma nonostante la tregua ci sono ancora morti e feriti. Molti civili hanno abbandonato le città e i villaggi più vicini alla zona del conflitto; ma padre Yavorsky ha dichiarato che la Chiesa greco-cattolica ucraina continua a fornire aiuto a tutte le persone colpite dal conflitto. “La Chiesa è ancora nella zona del conflitto, e sosteniamo le persone laggiù. Non abbiamo abbandonato il territorio, ma siamo là per sostenere le persone e fornire loro aiuto”.
Al pellegrinaggio hanno partecipato anche sacerdoti che appartengono alla Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Kiev, e alla Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca. Una presenza che testimonia del valore ecumenico del pellegrinaggio alla Vergine di Lourdes, e del desiderio di pace che accomuna le principali confessioni cristiane del Paese. A Leopoli nei giorni precedenti il pellegrinaggio era stata celebrata una liturgia organizzata dall’ordinariato militare nella chiesa dei santi Pietro e Paolo, a cui aveva partecipato anche il vescovo cattolico di rito latino.
Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri ucraino, Pavlo Klimkin, ha compiuto una visita in Vaticano e ha espresso la speranza che si possa organizzare una visita del Papa nel Paese. “I messaggi del Papa per quanto riguarda la situazione in Ucraina sono incredibilmente importanti per noi – ha dichiarato -. Tutti gli ucraini hanno un rispetto particolare per la Santa Sede e per il Papa Francesco. Anche un suo piccolo o breve messaggio ha una forza incredibile”. Klimkin ha detto che spera che la Santa Sede possa avere un ruolo nella crisi ucraina simile a quello svolto fra Cuba e gli Stati Uniti. E un passo importante sarebbe una visita del Papa come quella compiuta da Giovanni Paolo II. “Certo, capisco che questa visita non è possibile in pochi mesi, ma per il futuro sarebbe molto importante. Se il Papa viene a noi con un messaggio di pace per l’Ucraina, sarebbe incredibilmente importante. Ecco perché ho parlato di questo argomento e ci stiamo lavorando”.
Di Marco Tosatti per Vatican Insider (La Stampa)