PACEM IN TERRIS – Non c’è pace in tante zone ferite del mondo, nonostante l’impegno della comunità internazionale (fa veramente tutto il possibile o si limita al minimo indispensabile?). Dalla Siria, al Pakistan, passando per la Nigeria e l’Iraq le difficoltà di questi paesi sono notevoli e tutti i giorni poveri uomini, donne e bambini sono uccisi per colpa di signori della morte senza scrupoli che pensano solamente al potere ed alla riconquista di territori, di confini e di “prede umane”.
SIRIA – Anche ieri in Siria non sono mancati episodi violenti. Da segnalare una vera e propria battaglia a Raqqa, nel nordest del Paese, tra diverse fazioni delle opposizioni. Intanto le cancellerie internazionali preparano la conferenza di pace “Ginevra 2”. Opposizione spaccata, a tal punto da far intravedere una trama di guerra nella guerra. In questa complessa tela, il conflitto siriano, che sta mettendo l’un contro l’altro. E’ a Raqqa, nel nordest del Paese, che si combatte l’ultima battaglia interna; qui la formazione qaedista più ortodossa, il fronte Jabath al Nusra ha stretto d’assedio i membri dello “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”. Inclini ad attacchi sanguinari, sarebbero loro i responsabili di decine di sequestri, tra cui anche quello di padre Dall’Oglio. Nel contempo sono stati liberati decine di prigionieri siriani, così come sono state sgomberate due chiese di Raqqa, divenute nei mesi punti di concentramento dei ribelli. Tutto questo mentre la Coalizione nazionale siriana ha rieletto Ahmad al-Jarba come leader dell’opposizione per un secondo mandato di 6 mesi. Sul fronte diplomatico, invece, prosegue la corsa contro il tempo da parte della comunità internazionale in vista della Conferenza di pace, la cosiddetta “Ginevra 2”. Un incontro tra i capi delle diplomazie statunitense Kerry e russa Lavrov è stato fissato per il prossimo 13 gennaio; i due discuteranno della situazione nel Paese mediorientale e, probabilmente, decideranno le priorità dell’agenda dei lavori. Un incontro al quale l’Iran ha fatto sapere che parteciperà a patto, però, che “venga rispettata la sua dignità”. (Salvatore Sabatino, Radio Vaticana)
PAKISTAN – Almeno dieci persone, fra cui tre bambini, sono morte ed altre sei sono rimaste ferite in un attentato realizzato ieri nella Khyber Agency, territorio tribale del Pakistan nordoccidentale al confine con l’Afghanistan. L’esplosione, si è appreso, è avvenuta nella Tirah Valley ed ha interessato un edificio che, secondo fonti locali, apparteneva al movimento clandestino talebano Lashkar-e-Islami.
NIGERIA – Ennesima strage in Nigeria. Un villaggio al centro del Paese è stato attaccato ieri da un gruppo di uomini armati che hanno ucciso anche donne e bambini, distrutto e saccheggiato. Un gruppo di uomini armati, secondo alcuni testimoni oculari, ha attaccato il piccolo centro di Snonong, nello Stato centrale di Plateau, appiccando il fuoco alle case e uccidendo 30 persone tra cui figurano molte donne e bambini. Al momento, però, un portavoce dell’esercito ha solo confermato la morte di 5 persone, precisando che nel centro abitato numerose case sono state letteralmente distrutte dalle fiamme. Il raid è avvenuto nelle prime ore di domenica: un numero imprecisato di assalitori, approfittando del buio ha attaccato il villaggio, abitato prevalentemente da famiglie cristiane del gruppo etnico Berom, dedito ad attività agricole. Secondo le prime indiscrezioni, pare che i responsabili del massacro siano allevatori semi nomadi, di etnia Fulani, di religione islamica. Si tratterebbe dunque di un’azione perpetrata per rivalità legate al controllo del territorio, a sfondo etnico e religioso. (Giulio Albanese)
IRAQ – In Iraq, in miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, vicini ad Al Qaida, che avevano preso il controllo di Falluja, hanno lasciato la citta’ nelle mani delle tribu’ locali. Lo riferisce un alto responsabile tribale. Le autorita’ irachene avevano perso il controllo di Falluja, cittadina 60 km a ovest di Baghdad, diversi giorni fa. I ribelli sono riusciti anche a impadronirsi di diversi quartieri della citta’ di Ramadi, che si trova 50 km piu’ a ovest. Questa è la prima volta dall’insurrezione che ha seguito l’invasione dell’Iraq guidata dagli Stati Uniti, nel 2003, che i militanti di al-Qaida riescono a assumere il controllo di aree urbane nel paese. Nella provincia di Al Anbar, invece, sarebbe stato ucciso il numero due dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante.