Si chiama appunto “Vita ritrovata”, redatta anch’essa da Tommaso da Celano, come la prima a cui succede cronologicamente. L’eccezionale scoperta è merito di Jacques Dalarun, che l’ha scovata in un’asta.
Ormai è conosciuta come la Vita ritrovata,anche se forse sarebbe più corretto chiamarla laVita seconda del primo biografo di San Francesco, il frate francescano Tommaso da Celano, famoso soprattutto per avere scritto il Dies Irae.
Si deve al medievista francese Jacques Dalarun la scoperta di questo preziosissimo anello mancante tra la Vita prima, redatta tra il 1228 e il 1229- subito dopo la morte del santo, avvenuta nel 1226, a ridosso della proclamazione della santità – per volere del Papa Gregorio IX – e quella che oggi è diventata a tutti gli effetti la Vita terza, composta sempre da Tommaso nel 1247 con l’aggiunta del Trattato dei Miracoli.
Tra la prima e la terza stesura passano circa vent’anni ma si può dire che per l’Ordine dei Minori c’è di mezzo un terremoto. La scomunica di frate Elia, l’architetto dell’Ordine, cui si deve la costruzione della Basilica inferiore di Assisi e che fu Ministro per ben sette anni, la divisione tra Spirituali e Conventuali riguardo l’interpretazione della Regola. Un periodo tormentato cui metterà fine la “pacificazione” di San Bonaventura da Bagnoregio, cui spetterà anche l’ultima parola riguardo l’agiografia francescana. La sua Legenda Maior, approvata nel 1263, sarà considerata l’unica biografia ufficiale del santo e l’ordine sarà quello di distruggere tutte le altre, comprese quelle di Tommaso da Celano.
Non a caso la Vita prima è stata ritrovata solo nel 1768 mentre la versione più tarda è uscita dall’oblio nel 1806. Alla luce di tutto questo emerge chiarissima la rilevanza della scoperta di Dalarun: attraverso questo codice viene alla luce una della primissime testimonianze francescane, che si credeva perduta per sempre. In realtà lo storico francese, uno dei più autorevoli studiosi di san Francesco e Santa Chiara, era da anni sulle tracce di questo documento. “Avevo fatto il lavoro del sarto”, ha dichiarato con semplicità, pubblicandone frammenti inediti, recuperati nei modi più diversi, sempre nella convinzione dell’esistenza di una versione intermedia della Vita.
Poi, a ottobre, la scoperta del Codice su un sito di aste. Era quello che cercava, non c’erano dubbi, ma stava per essere venduto a un collezionista privato, probabilmente sarebbe sparito un’altra volta, forse per sempre. “Fortunatamente, allertata da me, è riuscita ad aggiudicarselo per 60.000 euro la Direttrice del Dipartimento manoscritti della Biblioteca nazionale di Parigi”, ha continuato Dalarun, “entro il mese di giugno la riproduzione digitalizzata ad alta definizione del Codice sarà messa in rete”.
Si tratta a tutti gli effetti di un libro tascabile. Minuscolo, dodici centimetri per otto, francescano anche nell’aspetto, privo di decorazioni. Sessanta cartelle scritte fitte , di cui solo il primo ottavo dedicato alla vita del santo. Il resto occupato da sermoni, ammonizioni di San Francesco – la versione più antica- e da un commento al Padre Nostro. La scoperta è sensazionale anche perché, come ha chiarito Dalarun, non si tratta di un semplice sunto della Vita prima. Nella Vita ritrovata compaiono episodi nuovi della vita del Santo, testimonianze prima sconosciute e nuovi miracoli. Centralissimo il tema della povertà e della fratellanza di tutto il creato, raccontati con la consapevolezza di chi ne ha maturato l’esperienza.
Una Vita ritrovata e anche un nuovo Tommaso da Celano. Ma non è ancora detta l’ultima parola: la ricerca di Dalarun non si ferma. Intanto sarà uno dei relatori del prossimo Festival Francescano, che si terrà a Bologna dal 25 al 27 settembre sul tema Sorella terra.
di Simonetta Pagnotti per Famiglia Cristiana