Tante volte abbiamo sentito parlare del dramma delle spose bambine. La pratica citata è molto diffusa nei paesi musulmani. Ogni anno, muoiono migliaia di adolescenti a causa delle unioni forzate tra maggiorenni (maschi) e minorenni (donne). La denuncia più eclatante, arriva dalla Turchia. Secondo il ministero degli Interni in tre anni sono circa 129mila i casi di matrimoni fra adulti e ragazze adolescenti. La pratica vietata dalla legge è diffusa soprattutto nelle zone rurali dell’Anatolia, ma anche in città come Smirne dove le spose con meno di 18 anni sono il 17%. Riporto la riflessione di Asia News, in merito al fenomeno di cui ho appena accennato:
Nella moderna Turchia la crescita economica e lo sviluppo non hanno intaccato gli antichi retaggi dei matrimoni combinati fra adolescenti poco più che bambine e uomini maturi. Secondo il Ministero degli Interni, negli ultimi tre anni 134.629 giovani al di sotto dei 18 anni hanno contratto matrimonio: di questi 128.866 erano ragazze con un’incidenza 20 volte superiore a quella dei maschi.Intervistata dal giornale al-Monitor Gulten Kaya, avvocato donna e responsabile della Commissione per le donne nell’ordine degli avvocati turchi, sottolinea che i dati sono preoccupanti, soprattutto a fronte di una crescita del 94% dei permessi matrimoniali per adolescenti. Le unioni prima della maggiore età hanno forte impatto sulle adolescenti e sono spesso legate alla povertà, alla mancanza di educazione o alla fede religiosa. Una recente ricerca guidata da Erhan Tunc, docente dell’Università di Gaziantep, ha analizzato l’incidenza dei matrimoni di minori in varie regioni della Turchia. Il team di Tunc ha scoperto che l’82 % delle spose bambine è analfabeta. Le zone dove è più diffusa tale pratica sono la Sanliurfa sul confine siriano dove il 60% dei matrimoni viene contratto da adolescenti al di sotto dei 16 anni. Le spose bambine sono più diffuse nelle comunità rurali, ma anche in città come Smirne l’usanza è molto seguita. Nella più importante metropoli dell’Anatolia (nota per la sua cultura cosmopolita) il 17% dei matrimoni ha coinvolto giovani con meno di 16 anni. I dati raccolti da Tunc mostrano che in tutta la Turchia i matrimoni con adolescenti sono circa 1 su 3, circa il 37 % del totale.
Come avviene in altri Paesi del Medio Oriente le giovani sposano di solito un uomo molto più anziano o vedovo, che spesso le violenta. Quasi ogni giorno i giornali turchi riportano casi di violenze subite da minori. Di recente il Daily Milliyet ha pubblicato un articolo citando una dozzina di testimonianze sulla situazione nel villaggio Dundarli nella regione centrale dell’Anatolia, dove le famiglie costringono figlie di soli 11 anni a sposarsi. L’inchiesta ha scatenato la reazione delle autorità locali che hanno contestato i dati. Ai matrimoni legali si aggiungono quelli religiosi, diffusi soprattutto fra la maggioranza musulmana, non riconosciuti dallo Stato. L’articolo 230 del codice penale turco prevede una pena da due a sei mesi di carcere per le persone che costringono i propri figli minorenni a contrarre matrimonio. L’opzione dell’unione religiosa è anche sfruttata da famiglie non credenti o non praticanti per aggirare le leggi. A favorire la pratica dei matrimoni combinati fra adulti e adolescenti, oltra alla tradizione religiosa, è la mancanza di una legislazione chiara e la scarsa applicazione di altre leggi esistenti. Molte giovani spose fuggono dalla famiglia o si suicidano per evitare di sposare uomini più anziani. Un esempio è la storia RM, 17 anni, di Urfa (Turchia sud-orientale) venduta dallo zio per 4.600 dollari a un uomo di oltre 20 anni più anziano. La giovane è scappata di casa e si è rivolta alla polizia che ha bloccato il contratto matrimoniale. Lo scorso ottobre 2013, Mehmet Gormez, capo della Diyanet (autorità per gli affari religiosi islamici) ha condannato le pratica dei matrimoni combinati definendola “spietata”. “Chi cerca di giustificare il matrimonio di giovani ragazze utilizzando il Corano – ha affermato – commette un’ingiustizia sia nei confronti della religione che della propria figlia. Il nostro compito è di raccogliere le testimonianze di tali casi e di studiare un modo per evitare che questi matrimoni avvengano” (a cura di DonSa).