PERUGIA – Grande attenzione ha suscitato l’annuncio dato dal Papa della nomina di 19 nuovi cardinali che riceveranno la porpora nel Concistoro del 22 febbraio prossimo, festa della Cattedra di San Pietro. Gratitudine al Santo Padre e sorpresa per l’arcivescovo di Perugia–Città della Pieve,mons. Gualtiero Bassetti, a cui sono giunti gli auguri di tutta la diocesi e dei frati d’Assisi. 160 anni fa l’ultimo vescovo perugino creato cardinale era mons. Gioacchino Pecci, divenuto poi Papa Leone XIII, autore della Rerum Novarum. Al microfono di Paolo Ondarza della Radio Vaticana, mons. Bassetti spiega come ha accolto la notizia (intervista disponibile anche in file audio):
R. – Direi che l’ho accolta male perché stavo amministrando le Cresime in una grande parrocchia. Alle 13.15 è finita la Cresima quando sono andato in sacrestia per spogliarmi ed è arrivata una signora tutta trafelata: “Eminenza, Eminenza, il Papa l’ha fatta cardinale!”. Siccome era qualche giorno che i giornali facevano le loro solite supposizioni ho detto: “Ma date retta ai giornali? Pensate alle cose serie! Abbiamo fatto la Cresima, è disceso lo Spirito Santo! Basta con queste chiacchiere!”. Poi sono salito in macchina per andare a pranzo alla casa del parroco. Ecco che arriva un’altra telefonata, ma dico: “Basta!”. Ero sicuro che non fosse vero anche perché non era arrivato nessun biglietto…
D. – La gente della sua diocesi ha accolto con grande festa questa notizia. Dopo 160 anni un altro vescovo perugino!
R. – La gente è fuori di sé dalla contentezza proprio perché rivedono il Pontificato di Papa Leone quando era il cardinal Pecci qui a Perugia: fu pastore veramente secondo il cuore del nostro Papa Francesco. Un pastore che si interessava dei problemi della gente. La Rerum Novarum l’ha scritta proprio con l’esperienza che aveva fatto come pastore. Sono pieno di gratitudine al Signore, non per la mia persona che so veramente quanto poco valga, ma per la fiducia del Papa, per poterlo aiutare più da vicino e soprattutto per l’affetto che il Papa ha dimostrato nei confronti della nostra piccola regione, in particolare di Perugia. Ha privilegiato anche i piccoli, non soltanto quelle che sono le sedi tradizionali, ma ha voluto chinarsi anche sui piccoli. L’entusiasmo che c’è a Perugia, ma anche a Firenze, perché io vengo da Firenze, è dovuto al fatto che vedono la vicinanza del Papa all’Umbria per il motivo del suo nome, per l’affetto a san Benedetto e san Francesco. E’ un momento veramente di grande entusiasmo!
D. – Questa notizia che cosa significa per la sua storia vocazionale, per la sua vita?
R. – Significa un’ulteriore meraviglia, mi sento veramente piccolo e sento che nella Chiesa hanno sempre avuto la fiducia in me e mi hanno dato degli incarichi oltre le mie possibilità: così come quando fui nominato giovane vescovo di Massa Marittima, quando Giovanni Paolo II mi mandò ad Arezzo e Benedetto XVI mi mandò a Perugia… Io di fronte a queste nomine ho sempre sentito come qualche cosa che sottolineava la mia inadeguatezza e la fiducia della Chiesa del Signore nel poco che sono. E adesso sono ancora più confuso di fronte a questa responsabilità grande perchè un cardinale ha una responsabilità diretta nel governo della Chiesa.