R. – Nelle difficoltà attuali che vediamo in varie parti del mondo, in cui esplode continuamente la violenza, vedere la pazienza e l’utilizzo del ragionamento e della buona volontà per portare avanti un compromesso politico e operativo può veramente aprire la strada a una speranza che anche altre situazioni scabrose possano trovare una soluzione.
D. – Dopo una lunga trattativa e 12 anni di stallo, quest’accordo dimostra che il dialogo è una strada sempre aperta…
R. – Il fatto che i membri del Consiglio di Sicurezza e l’Iran abbiamo firmato un accordo, che in qualche modo accomoda gli interessi delle due parti, mi pare un grande passo in avanti. Specialmente, perché indica anzitutto che il dialogo è vincente sulla violenza e, in secondo luogo, che c’è la speranza che adesso, in qualche modo, ci si possa portare avanti nello sforzo di trovare un modo per porre fine alla violenza in Siria.
D. – Quindi, un passo in avanti e un accordo che apre nuovi scenari in Medio Oriente?
R. – L’idea è che l’Iran è una parte integrante del dialogo e del negoziato che può portare alla pace o, almeno, alla cessazione immediata della violenza in Medio Oriente e in particolare, per quanto riguarda la Siria, trovare una risposta comune, coordinata e ragionevole da parte della comunità internazionale al fantomatico Stato islamico, che porta solo male e conseguenze negative non solo nella regione, ma anche in altre parti del mondo.
D. – Proprio in questo momento storico, in cui il cosiddetto Stato islamico presenta il volto distorto e deturpato dell’islam, questo dialogo promosso dalla Repubblica Islamica pone un modello diverso e importante…
R. – In questo momento, anche se ci sono ancora delle riserve – perché dobbiamo sperare che non ci siano ostacoli da parte del Congresso americano all’approvazione di questo accordo – mi pare che il cammino intrapreso sia quello corretto. In questo momento abbiamo bisogno, soprattutto in Medio Oriente, di aprire la speranza e di fare in modo che gli sforzi che la comunità internazionale sta intraprendo – anche attraverso l’incaricato del segretario generale delle Nazioni Unite per portare a un negoziato i vari rappresentanti e le varie forze presenti in Siria – possano trovare una risposta positiva.
D. – La via tracciata dall’Iran può essere importante anche per altri Paesi islamici…
R. – Certo, rimane una difficoltà di fondo che è quella della competizione che esiste in Medio Oriente per avere una prevalenza nell’influenza politica e religiosa da parte dei sunniti o degli sciiti. Questa competizione rimarrà, però non deve trasformarsi necessariamente in un conflitto armato o in una scusa per armare altri attori non statali che portano solo distruzione e morte. E’ possibile, con pazienza e con buona volontà, cercare una strada comune che tenga in considerazione gli interessi politici ed economici delle varie parti in questione, così da poter arrivare a delle soluzioni ragionevoli ed accettabili.
D. – La Santa Sede accoglie in modo positivo questo accordo. Come accompagnerà gli ulteriori sforzi necessari proprio per concretizzare quanto definito in questa intesa?
R. – Adesso, non c’è che da auspicare e pregare che questo segno di buona volontà, indicato ed espresso in questo accordo, possa maturare ed essere applicato in maniera costruttiva e in maniera giusta.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)