Aria ghiacciata nei polmoni, ponti di neve e un magico paesaggio invernale le avevano fatto credere di essere in Alaska. Ma nonostante il profumo di pini il suo corpo si trovava in un letto d’ospedale, in coma indotto per due settimane.
A raccontare i ricordi di quel periodo nebuloso, in cui i medici le avevano indotto il comaper salvarla da un’infezione che poteva ucciderla, è stata Claire Wineland: cinque anni fa la vivace ragazza californiana, affetta da fibrosi cistica, è stata posta in coma durante il ricovero in ospedale per combattere la setticemia. E oggi, a 18 anni, racconta la sua bizzarra esperienza in un video postato su ‘YouTube’, visto da oltre 525.000 persone e rilanciato dalla stampa britannica. Oltre che dall’agenzia AdnKronos in Italia.
“Mi davano continuamente farmaci, in modo che io potessi restare in questo stato di sonno. Ma quando sei in coma sei ancora qui, ti rendi conto di tutto quello che accade intorno a te. Ma queste cose passano come filtrate nella tua mente”. E influenzano l’immaginazione. Nelle due settimane di coma, le allucinazioni l’avevano portata a credere di essere in Alaska. “Non sono mai stata in Alaska”, racconta la ragazza, secondo cui questa è stata la parte migliore del coma. In realtà i medici l’avevano ricoperta di ghiaccio per abbassare la temperatura corporea e aiutarla a combattere l’infezione.
“Avevo una febbre folle”, ricorda. Così il freddo e l’idea del ghiaccio l’hanno portata a ‘sognare’ l’Alaska. L’esperienza vissuta in quelle settimane l’ha portata a capire anche quanto i ricordi e le esperienze di un evento siano influenzate da ciò che ci circonda. Anche quando siamo in coma. Il video è stato postato da Claire sul suo canale ‘The Clarity Project’,insieme a immagini della sua vita con la fibrosi cistica, per testimoniare cosa significa vivere con una malattia.
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