Nel nascondimento e nel silenzio si compie l’opera della redenzione, nel silenzioso colloquio del cuore con Dio si preparano le pietre vive, con le quali viene innalzato il regno di Dio, e si forgiano gli strumenti scelti che cooperano alla sua costruzione.
Il mistico fiume che attraversa i secoli non è un braccio staccato che si separi dalla vita di orazione della Chiesa, ma ne è la vita più intima.
Se esso rompe le forme tradizionali è perché in esso vive lo Spirito che soffia dove vuole, che ha creato tutte le forme tradizionali e che ne crea continuamente di nuove. Senza di lui non vi sarebbe né liturgia nè Chiesa.
Non era forse l’anima del salmista reale un’arpa le cui corde cantavano sotto il leggero soffio dello Spirito Santo?
Dal cuore colmo di gioia della Vergine piena di grazia sgorgò l’inno del Magnificat; il canto profetico del Benedictus apri le labbra diventate mute del vecchio sacerdote, quando l’annuncio segreto dell’angelo divenne realtà. Ciò che sale da un cuore pieno di Spirito Santo e si esprime in cantici e inni, si trasmette di bocca in bocca: spetta all’ufficio divino far sì che risuoni di generazione in generazione. Il mistico fiume così forma l’inno di lode sempre crescente alla Trinità, al Creatore, al Redentore, al Consolatore.
Teresa Benedetta della Croce