Esiste una leggenda che si tramanda sin dai tempi immemorabili del juke-box: complici il sole, il caldo, il lettino e la crema abbronzante, l’estate è il momento top per cuccare. Per ammirare e farsi ammirare. Per iniziare i famosi flirt, ossia storielle brevi che poi svaniscono alla prima pioggia di settembre.
Il mito del flirt è durissimo da smuovere. Hai voglia a spiegare che – come si legge nel box – l’amore non ha una scadenza come la mozzarella. Hai voglia a dire che se due stanno insieme lo fanno perché si vogliono bene, non perché è bello farsi vedere in giro “accoppiati”.
Per la verità, il mondo è davvero molto grande, e al suo interno, anche nello stesso gruppo di ragazzi e amici, ci sono persone che la pensano in modo differente. E alcuni sono attirati dal flirt, come “situazione” che merita di essere vissuta proprio in estate.
Tutta colpa della spiaggia
A parte la quantità immensa di film e telefilm che uniscono l’idea #estate#amore#sulla#spiaggia, effettivamente nel periodo estivo si genera un clima speciale, che “tocca” tutti i ragazzi. In realtà, a ben guardare, a cambiare è solo il clima meteorologico. Il cuore, infatti, “francamente se ne infischia”, se è Santo Stefano o Ferragosto: si muove, punto e basta. Forse, in estate, lo fa in modo più evidente, perché è più semplice – dato che le scuole sono chiuse – stare in giro tutto il giorno e conoscere un sacco di persone nuove. Come vedete, dunque, dal punto di vista del cuore… il flirt estivo non ha valore.
Amore a tempo: tic, tac, tic, tac
L’estate è la stagione del disimpegno: i libri stanno chiusi e non danno fastidio, non ci sono allenamenti o incombenze che “rompono”. Moltissimi di voi vivono, tra l’altro, non a casa loro, chi dai nonni, chi in una località di vacanza, mare o montagna che sia. Lo spostamento fisico allontana dagli amici di sempre, rimpiazzati dalla compagnia del luogo in cui si villeggia. Questa compagnia è molto elastica, nel senso che ogni settimana vanno e vengono nuovi ragazzi. Tra di loro potrebbe esserci davvero una persona speciale. Ed ecco che, complice il tramonto, il giro in bicicletta o la serata a rimirar le stelle, potrebbe scoccare la scintilla. E a questo punto cosa si fa? Si inizia un flirt o una storia? Bel quesito.
Ipotesi 1: inizia il flirt
Immaginiamo: i due stanno insieme, si divertono e si sbaciucchiano, frequentano la compagnia, ma cercano anche spazi da passare in intimità. Non pensano al domani, né a quando la vacanza finirà. Se la spassano e stop. Alzi la mano chi di voi sarebbe in grado di gestire una situazione del genere senza mai-mai pensare: “Cavoli, ma a settembre come facciamo per rivederci?”.
Ipotesi 2: inizia la storia
Immaginiamo nuovamente: i due stanno insieme, vivono intensamente il loro tempo di coppia, cercano di frequentare anche gli amici, ma di sicuro preferiscono stare in disparte, a guardarsi negli occhi e sospirare (e non solo). A mano a mano che passano i giorni, però, cresce il dubbio: “Cavoli, ma a settembre come facciamo per rivederci?”.
Ehm, come potete osservare, entrambe le ipotesi finiscono con un unico interrogativo. Perché? Semplice, perché il flirt estivo non esiste, è un modo “disimpegnato” per raccontare invece un’esperienza importante. Certo, ci saranno anche ragazzi che vi diranno che una storia da un weekend è, per loro, sin troppo lunga. Ma la maggior parte dei ragazzi non potrà fare a meno di affezionarsi all’altra persona, agosto o non agosto che sia.
Un flirt che non finisce mai
Se volete iniziare, in questa bella estate, un flirt tranquillo, fatelo: date però spazio al vostro cuore di comportarsi come gli viene naturale. Non imbrigliatelo con scadenze o tempistiche. Ovviamente iniziatelo a patto di non avere lasciato a casa un ragazzo o una ragazza che stanno pensando a voi. Nel senso: il flirt non è una “seconda storia” da tenere parallela a quella “domestica”. Siete tentati da questa ipotesi? Fate molta attenzione: in amore le bugie praticamente non hanno le gambe…
Un aiuto dalla tecnologia
Se il vostro pensiero fisso va a quella pessima amica chiamata “distanza”, calma e sangue freddo. È vero: un conto è vedersi tutti i giorni, durante le vacanze, un conto è sentirsi al telefono perché lui abita a Torino e lei a Palermo. Però siate ottimisti: le storie – se ben salde nelle radici – funzionano anche da lontano. Se il collante che vi lega è buono, un aiuto fortissimo vi arriverà dalla tecnologia, che vi permetterà di stare in contatto con l’altro e di sentirlo e vederlo più volte al giorno.
Se, invece, siete persone prudenti e, pur di non soffrire per una futura lontananza, preferite non iniziare nessuna storia con persone conosciute in vacanza, non sentitevi “diversi”. L’amore ha i suoi tempi, fate solo attenzione a non congelare troppo le emozioni. Il consiglio è sempre quello di vivere alla giornata, nel senso: osservate con cuore libero chi vi sta accanto. Molto spesso alle persone piace organizzare tutto, persino i tempi dell’innamoramento: peccato che l’amore non guardi l’orologio o le stagioni e vada e venga come gli pare.
Non vi fidate mai…
Il tempo in cui viviamo è meraviglioso: grazie alla tecnologia siamo connessi H24 con chiunque, in ogni parte del mondo. Questo ha impresso una velocità incredibile alle relazioni. Due si presentano, si scambiano il numero di cellulare, iniziano a scriversi su WhatsApp, poi si incontrano e via, si inizia a stare insieme.
Gustatevi la rapidità fornita dagli strumenti che possedete, ma fate attenzione a non esagerare con la fretta. Persino in estate, persino se intendete iniziare un semplice flirt e non la storia d’amore della vita, la conoscenza dell’altra persona richiede tempo. Tempo per capire come si comporta nei diversi frangenti. Tempo per gustare la nascita del sentimento e del suo sviluppo. Tempo per vivere insieme diverse situazioni, non solo quelle “classiche” (pizza, uscita, cinema, ecc.).
Chi ha fretta di iniziare e finire, non ha interesse a costruire nulla, solo a passare del tempo in leggerezza: il che è legittimo, a patto che anche l’altra persona coinvolta abbia lo stesso intento. Altrimenti son guai.
Redazione Papaboys (Fonte www.dimensioni.org – Elena Giordano)