Papa Francesco sceglie come immagine rappresentativa del suo terzo anno di pontificato la figura della Mistica carmelitana.
Per espressa volontà del Papa, il verso della medaglia commemorativa del suo terzo anno di pontificato non recherà – come accade di solito – il volto del Pontefice, ma l’immagine di santa Teresa d’Avila. Una iniziativa, questa, che mostra la particolare benevolenza nutrita da Papa Bergoglio per il carisma carmelitano, soprattutto in occasione del V centenario della nascita di santa Teresa di Gesù. La medaglia commemorativa è stata presentata nella solennità dei santi Pietro e Paolo.
Il padre generale dell’Ordine dei Carmelitani scalzi, Saverio Cannistrà, nell’apprendere la notizia, ha inviato al Papa una lettera personale ringraziandolo per il suo gesto nei riguardi della madre Teresa. «Tramite queste brevi parole – ha affermato Cannistrà nella lettera inviata al Pontefice – desidero ringraziarla a nome delle mie sorelle e dei miei fratelli del carmelo teresiano per questo gesto così bello. In quest’anno talmente importante per le Figlie e i Figli di Teresa, abbiamo percepito, caro papa Francesco, la Sua vicinanza e incoraggiamento che ci hanno aiutato a vivere quest’occasione nella sua autentica dimensione ecclesiale».
Il Preposito generale ha sottolineato nel testo della sua lettera le parole che Papa Francesco ha dedicato alla grande Mistica spagnola nei suoi messaggi al vescovo di Avila, e in quello indirizzato all’Ordine carmelitano. L’ulteriore gesto del Papa latinoamericano, quello di voler dedicare il verso della medaglia pontificia a santa Teresa, è – per le Carmelitane e i Carmelitani scalzi presenti nel mondo – «un motivo di grande gioia, ma anche di responsabilità». L’apprezzamento e l’attenzione del Papa per la riformatrice del Carmelo – ha ricordato Cannistrà – ci colma di gioia, ma ci impegna anche a essere come lei degni figli e figlie della Chiesa, i quali, in ascolto della Parola del Buon Gesù, si dispongono a servirLo nei suoi fratelli più piccoli per consolarli e sollevarli».
Grazie di cuore, Papa Francesco – conclude nella sua missiva il Preposito generale dei Carmelitani scalzi –. «A nome delle mie sorelle e dei miei fratelli Le faccio giungere il nostro affetto e vicinanza. Il carmelo teresiano, i suoi frati e monache, tiene presente Sua Santità; con la nostra preghiera desideriamo accompagnarla nella Sua missione e umilmente, a nome dei miei fratelli e sorelle, chiedo la Sua paterna benedizione».
L’immagine posta nel verso della medaglia pontificia rappresenta la cosiddetta «transverberazione» di santa Teresa; una particolare esperienza mistica riservata ad alcuni santi, una grazia particolare concessa da Dio in cui si sperimenta, attraverso il cuore trapassato da una freccia infuocata (come rappresentato nella celebre scultura del Bernini), l’estasi amorosa di Dio, che Teresa d’Avila stessa descrive così: «Quel Cherubino teneva in mano un lungo dardo d’oro, sulla cui punta di ferro sembrava avere un po’ di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore, […] lasciandomi avvolta in una fornace d’amore. Lo spasimo della ferita era così vivo che mi faceva uscire nei gemiti… ma insieme pure tanto dolce da impedirmi di desiderarne la fine […]. Allora tra l’anima e Dio passa come un soavissimo idillio» («Vita» 29,13).
Da noi interrogato sul significato di questa particolare grazia mistica, il teologo carmelitano e fondatore del Movimento ecclesiale Carmelitano, padre Antonio Maria Sicari, ha risposto: «Quando Giovanni Paolo II scrisse la “Lettera alle donne”, rivolgendosi alla donna consacrata, ringraziava Dio, perché sull’esempio della Madre di Cristo si apriva con docilità e fedeltà all’amore di Dio, “aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta ‘sponsale’, che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura”». Santa Teresa – prosegue Sicari – «è esattamente una delle più grandi donne che ha realizzato questo compito. La transverberazione, la straordinarietà della sua vita e del suo messaggio sta in questo: aiutare l’umanità e la Chiesa a dare a Dio una risposta sponsale».
Di Michelangelo Nasca per Vatican Insider (La Stampa)