Andare a trovare i giovani, non isolati dalla loro vita, ma nel tessuto sociale in cui sono inseriti, perché quando si tenta di isolarli si commette un’ingiustizia. Per questo scopo Papa Francesco sta raggiungendo le centinaia di migliaia di ragazzi e di ragazze di tutto il mondo che lo attendono in queste ore a Rio de Janeiro per la ventottesima Giornata mondiale della gioventù. Lo ha confidato egli stesso, durante il consueto incontro con i giornalisti che a bordo dell’aereo lo seguono in questo suo primo viaggio oltre i confini italiani. Consueto anche se le modalità volute da Papa Francesco stavolta si sono discostate dai precedenti: niente conferenza stampa, niente interviste, ma un incontro personale con ciascuno.
Papa Francesco si è affacciato sorridente nel settore dell’aereo riservato ai giornalisti un paio d’ore dopo il decollo, avvenuto nella mattina di lunedì 22 luglio poco prima delle 9 dall’aeroporto di Fiumicino. Poche parole di presentazione di padre Lombardi e poi il Pontefice ha ancora una volta spiazzato i suoi interlocutori. Ha parlato del suo appuntamento con i giovani – “Sto arrivando in Brasile fra qualche ora e il mio cuore è già pieno di gioia perché presto sarò con voi a celebrare la 28ª Gmg” aveva scritto poco prima in un tweet – ma ha voluto subito mettere in chiaro che renderà onore anche agli anziani, i signori della saggezza, che troppo spesso vengono messi in disparte, come se non avessero niente più da dare. Dunque il vescovo di Roma sarà tra i giovani, “che hanno la forza”, e gli anziani, “che hanno la saggezza”: saggezza della vita, della storia, della patria e della famiglia.
Tutti elementi, questi, di fondamentale importanza soprattutto alla luce della drammatica crisi sociale che in questo periodo sta sconvolgendo il mondo intero, Brasile compreso, con il rischio di favorire la nascita di una generazione di “senza lavoro”. “La crisi mondiale non fa cose buone con i giovani” ha denunciato il Pontefice riferendo di aver letto le recenti statistiche con le percentuali dei senza lavoro, dalle quali si intuisce che non sarà facile per i disoccupati di oggi trovare domani un impiego. Dal lavoro, ha ribadito il Papa, viene la dignità della persona, la possibilità di “guadagnarsi il pane”. Terreno propizio per rilanciare il suo monito contro la “cultura dello scarto” che, ha notato il Santo Padre, prende di mira da tempo proprio gli anziani ma che ha cominciato a toccare anche i giovani. Dunque è impellente “tagliare” questa “cultura dello scarto” e passare a quella dell'”inclusione” che consente di “portare tutti nella società”.
Oltre settanta i rappresentanti dei media presenti sul volo, tra giornalisti, cameramen e fotografi. A nome di tutti il Papa è stato salutato dalla corrispondente di Televisa, la messicana Valentina Alzaraki, veterana dei viaggi pontifici. Tra il serio e lo scherzo, la giornalista ha voluto rassicurare Papa Francesco sullo spirito con il quale lo accompagnano: non deve sentirsi cioè come se si trovasse in una gabbia con i leoni. Gli operatori dei media non sono belve feroci, ma compagni di viaggio. Poi, a nome di tutti i colleghi, gli ha donato un’immagine della Vergine di Guadalupe. Prima di tornare al posto riservatogli il Papa si è intrattenuto con ciascuno dei presenti, tanto, ha detto con tono gioviale, “abbiamo dieci ore da passare”. Conclusi gli incontri con i giornalisti ha ripreso il microfono e dopo aver chiesto loro il sostegno per la riuscita anche mediatica di questo viaggio – soprattutto per il bene dei giovani, degli anziani e della società, ha specificato – ha voluto simpaticamente rispondere alla battuta di Valentina a proposito dei “leoni”, confessando di sentirsi un po’ triste come il profeta Daniele, perché i leoni non si sono dimostrati poi così feroci.
Da segnalare, infine, l’omaggio dell’equipaggio dell’Alitalia, che gli ha donato una statua della Madonna di Bonaria, fatta giungere appositamente dalla Sardegna.
Articolo pubblicato sull’Osservatore Romano
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