Sacerdoti, religiosi, fratelli e sorelle in Cristo: il cardinale Parolin riunisce intorno a sé oggi e domani, in nome del Pontefice, la “feconda” Chiesa di Singapore
Le sfide della Chiesa di Singapore
In duecento anni quasi di presenza qui, nel quarto più grande centro finanziario del mondo, la Chiesa – sottolinea il porporato – ha contribuito al progresso e allo sviluppo sociale anche con l’apporto di laici qualificati. Ma il lavoro – osserva – non è finito. Dopo 50 anni di indipendenza, che il Paese festeggia aspirando alla pace e alla prosperità, la Chiesa ha un cammino ancora tutto da scrivere: basandosi sul Vangelo – afferma – deve risplendere come una “luce per la nazione”.
Creatività e missionarietà contro il secolarismo aggressivo
La sfida che il porporato lancia è quella della creatività nell’annuncio del Vangelo in una società che cambia; della missionarietà particolarmente verso le “periferie”; e soprattutto della collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà nel valorizzare il ruolo della fede e della morale nella società. “Di fronte al secolarismo aggressivo”, sottolinea il cardinale Parolin,” la Chiesa ha bisogno di offrire una testimonianza razionale e paziente”, perché, citando le parole del Papa, “ quando per una ideologia si tenta di eliminare Dio dalla società, si finisce per adorare gli idoli e uomini e donne perdono dignità e diritti”.
Con Maria, servi del Signore
Dunque discernere i segni dei tempi e orientare in nome del Vangelo : è quanto il cardinale vede nel futuro della Chiesa Singapore, e lo ripete anche intrattenendosi con i suoi rappresentanti a pranzo, al termine della Messa, al Copthorne Waterfront Hotel. A loro l’augurio più bello: se “seguirà la guida di Maria”, serva docile dinanzi alla volontà di Dio, “l’arcidiocesi di Singapore, farà cose grandi per il Signore!”.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)