Molte sono purtroppo le chiese che nel tempo finiscono nell’oblio , principalmente quelle rurali o che soffrono del decentramento che sempre più spesso i tempi moderni decretano con crudele determinazione. Apparentemente la chiesetta di Petriolo che si trova appunto a Petriolo, a confine delle province di Siena e di Grosseto lungo il fiume Farma, sembrerebbe avviata a questo destino, ma l’incisivo intervento di diverse associazioni di cittadini ha decisamente invertito il trend. A ciò ha influito non solo l’ambito naturalistico in cui si trova, ovvero la valle del Farma, famosa per l’alto livello di biodiversità che la caratterizza, bensì per la storia che racchiude tra le sue mura ed il fatto che si trovi a pochi metri da una sorgente termale che da il nome al luogo.
Pochi sanno che i Bagni di Petriolo hanno antichissime origini, tanto che se ne trova traccia nell’Orazione per Marco Coelio di Marco Tullio Cicerone pochi decenni prima della nascita di Cristo, e che di loro parlasse anche Marco Valerio Marziale, pochi decenni dopo. Nel 1325 nel suo Tractatus de Balneis il medico Gentile da Foligno ne descrive le proprietà medicamentose definendole “uniche” e lo stesso fa Michele Savonarola(nonno dell’ancor più celebre Girolamo), famoso medico naturalista del tardo trecento, che ne esalta le proprietà lenitive nei confronti dei dolori e “delle sofferenze fredde e umide delle membra”.Nel 1304 fu restaurata la Piccola Chiesa già esistente e la stessa fu nuovamente restaurata nel 1713 ad opera del Rettore dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, tal Antonio Ugolini. Nel 1404 fu iniziata la Fortificazione di Petriolo che terminò nel 1419.
Molti sono i personaggi che fin dall’antichità hanno frequentato le acque sulfuree di Petriolo: Jacopo Piccinino , con una scorta di centinaia di cavalieri fu a Petriolo nel 1335 e nel 35 ed ivi si incontrò con il Cardinale di Venezia, nipote di Papa Eugenio IV. Nel 1443 frequentarono i Bagni di Petriolo Giovanni e Bernardo dei Medici , nel 1461 i Gonzaga e tante altre personalità come Astore II di Faenza, il Duca di Urbino, Marco Pio di Savoia da Capri e Madonna Caterina della Mirandola , ma tra tutti spicca la persona del Pontefice Pio II ovvero Enea Silvio Piccolomini, colui che ideò Pienza, divenuto Papa nell’agosto del 1458, che si recò alle Terme di Petriolo per la prima volta il 2 giugno 1460 per curare la sua artropatia, e da lì emanò numerose bolle, ma troviamo menzione di questo magico posto anche nelle lettere tra Lorenzo dei Medici e la sua amante Lucrezia Donati ma anche in alcune novelle del Quattrocento tra cui quella di San Bernardino da Siena , tra i primi ad introdurre l’etica imprenditoriale, con il racconto “Come Ghinasso guarì uno Abate del mal dello stomaco”. Per poter accogliere e proteggere tutta questa gente fu costruita una cinta muraria tutt’ora esistente anche se in grave stato di abbandono.
Ebbene, niente di questo glorioso passato si evince dallo stato in cui versano oggi i bagni di Petriolo , ed in particolare della sua chiesetta( la stessa è stata infatti vandalizzata ed è meta di irrispettosi viandanti che spesso li passano la notte, nonchè ha subito numerosi crolli. Chiesetta che racchiude un’incredibile particolarità architettonica che la rende unica nel suo genere ovvero tre vasche termali sottostanti la struttura stessa, meta appunto di Papi ed illustri viandanti, ma anche semplici popolani che dalle acque ricevevano sollievo alle pene del fisico, mentre dalla chiesa trovavano sollievo nello spirito.
Come auspicio per raggiungere tale obbiettivo sono già partite le pratiche per una cerimonia di intronizzazione ed alcuni artisti hanno già cominciato a lavorare su 2 statue da collocarvi, ovvero una della Madonna ed una di Gesù Cristo.
Queste associazioni lanciano un appello affinchè questo processo venga condiviso da più persone e fedeli possibile e diventi un incredibile momento di condivisione che potrà fare del bene non solo al posto che verrà tramandato ai posteri , bensì a tutti i nostri cuori.
Carlo Giannarelli