La Perdonanza Celestiniana è una rievocazione storico-religiosa che si tiene annualmente a L’Aquila il 28 e 29 agosto; in essa si rinnova il rito dell’indulgenza plenaria perpetua che papa Celestino V (1210 ca. – 1296) concesse a tutti i fedeli il giorno della sua incoronazione a pontefice.
Istituzione
Prima di essere eletto papa con il nome di Celestino V, Pietro Angeleri aveva trascorso molti anni nella vita eremitica in una grotta sul monte Morrone, sopra Sulmona; per questo dai suoi devoti era anche chiamato Pietro del Morrone.
Il 5 luglio 1294 venne eletto pontefice dal conclave riunito a Perugia. Quello stesso giorno, dall’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone, Pietro, a dorso di una mula e avendo come palafrenieri re Carlo II d’Angiò e suo figlio Carlo Martello, si mise in cammino, attraversando le località di Sulmona, Pratola Peligna e Castelvecchio Subequo e giungendo a L’Aquila; lo accompagnava anche il cardinale Pietro Colonna.
Il 29 agosto 1294 fu incoronato pontefice nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, costruita per sua stessa volontà e consacrata nel 1288. Alla cerimonia solenne parteciparono, i due reali sopra ricordati, cardinali e nobili, ma soprattutto un immenso popolo. A tutti Celestino V concesse l’indulgenza plenaria, purché confessato e comunicato e avesse visitato la Basilica, dai vespri del 28 a quelli del 29 agosto.
L’evento è precursore del Giubileo che venne istituito poi da Bonifacio VIII nel 1300. Fino ad allora l’indulgenza plenaria era stata concessa solo a favore dei crociati in partenza per la Terra Santa e ai pellegrini che si recavano alla Porziuncola di Assisi.
Il 29 settembre la cancelleria pontificia formalizzò la concessione di Celestino V con l’emanazione di una Bolla; questa venne affidata all’autorità civile della città, che ne garantì la conservazione, avocando a sé anche il diritto sulla cerimonia del Perdono, alla quale le autorità religiose erano invitate solo a partecipare.
Celebrazioni successive
La prima celebrazione solenne ebbe luogo nel 1295, contro la volontà del nuovo papa Bonifacio VIII, che, anzi, tentò di annullare l’indulgenza celestiniana con un’altra bolla emanata il 18 agosto 1295; ma i monaci di Collemaggio e l’autorità civile non si curarono del provvedimento del pontefice e, rifiutandosi di consegnargli la Bolla come era stato loro ordinato dal nuovo papa, si adoperarono da subito per organizzare la cerimonia. Un corteo solenne accompagnò la Bolla alla Basilica, affinché fosse letta e mostrata ai fedeli.
La cerimonia del Perdono, chiamata Perdonanza, fu ulteriormente valorizzata dopo il 1327, anno in cui spoglie di Papa Celestino V furono traslate da Ferentino (Frosinone), dove erano conservate, a Collemaggio e mostrate al popolo.
Nel XV secolo, inoltre, si diffuse la consuetudine di entrare nella Basilica attraverso la Porta Santa posta sul fianco sinistro della chiesa, come avveniva nelle basiliche papali romane in occasione del Giubileo.
Bolla pontificia
La pergamena che riporta il testo dell’indulgenza plenaria, donata da papa Celestino V, è oggi custodita nella Cappella della Torre del Palazzo Civico, a ricordo del ruolo svolto dalla popolazione e dalle autorità civili de L’Aquila: essi, infatti, protessero la Bolla dal tentativo di distruzione operato da Bonifacio VIII, la cui volontà era di cancellare anche materialmente il documento prodotto dal suo predecessore.
Il testo conservato nella Cappella della Torre Civica è una delle varie copie che furono fatte della Bolla della Perdonanza, e in possesso del Comune aquilano. Essa, tra l’altro, è priva della bulla plumbea che ne attestava l’autenticità insieme alle firme del papa, del cancelliere pontificio e di altri prelati. L’autenticità della Bolla del Perdono, più volte messa in discussione nel tempo, fu confermata da papa Paolo VI che, nel 1967, all’atto della revisione generale di tutte le indulgenze plenarie, annoverò quella di Celestino V al primo posto dell’elenco ufficiale.
Le celebrazioni della Perdonanza hanno luogo durante l’intera settimana che precede l’apertura della Porta Santa. Di seguito vengono riportati i tre appuntamenti principali:
Fuoco del Morrone
L’accensione del tripode posto sulla Torre civica del Palazzo Comunale, denominato Fuoco del Morrone, è considerato l’inizio della manifestazione.
Questa tradizione si rifà al corteo con cui Pietro del Morrone, in sella ad una mula, partì dall’eremo sulla Maiella in direzione dell’Aquila.
Dagli anni Ottanta il cammino di Pietro dal Morrone all’Aquila è riproposto come evento precedente la settimana della Perdonanza; i tedofori arrivano in Piazza Palazzo ed accendono con la fiaccola (il Fuoco, appunto, proveniente dalle montagne del Morrone) il tripode posto sulla Torre civica, la stessa in cui è custodita la Bolla del Perdono.
Corteo della Bolla
Il Corteo della Bolla, che si tiene il 28 agosto, sfila per le strade della città, ed è coevo al rito del Perdono. Sin dal suo primo apparire, ebbe la funzione di accompagnare solennemente la Bolla dell’indulgenza celestiniana dal Palazzo del Comune alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio.
Nella rievocazione odierna del corteo storico le autorità civili e religiose sono accompagnate da dame e cavalieri in costume d’epoca, per un totale di circa mille figuranti. Le figure principali del corteo sono:
la Dama della Bolla: regge il cuscino su cui è posato il fodero cilindrico che, fino al 1997, conservava la pergamena con l’indulgenza di papa Celestino V;
il Giovin Signore: reca in mano un ramo di ulivo con cui, una volta giunto davanti alla Porta Santa della Basilica celestiniana, il Cardinale designato dalla Santa Sede batte per tre volte sul portale, ordinando così la sua apertura ufficiale;
la Dama della Croce: reca il cuscino su cui è adagiata la croce che il Sindaco dona a nome della cittadinanza al Cardinale incaricato.
La Bolla del Perdono rimane esposta per un intera giornata nella Basilica; la sera del 29 agosto, dopo la chiusura della Porta Santa ad opera dell’Arcivescovo di L’Aquila, viene ricondotta nel Palazzo Civico, accompagnata da un corteo con minore solennità; con esso si chiude ufficialmente il rituale sacro.
Apertura della Porta Santa
[box]Le parole della benedizione all’apertura della Porta Santa
« Apritemi le porte della giustizia:
voglio entrarvi e rendere grazie al Signore.
È questa la porta del Signore,
per essa entrano i giusti. »
(Cfr. Sal 118[117],19-20)
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L’apertura della Porta Santa indica l’inizio dell’indulgenza, ed ha luogo il 28 agosto al termine del corteo storico.
Questa tradizione ha le sue origini nel XV secolo allorché, per imitazione di quanto accadeva a Roma con il Giubileo, venne predisposto l’ingresso alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio mediante un ingresso laterale, detto Porta Santa; in realtà la Bolla del Perdono non ne fa cenno.
La cerimonia prevede la consegna del documento al sindaco, che lo legge alla cittadinanza, contribuendo ad alimentare i valori sociali e storici del rito religioso.
L’apertura della Porta Santa indica l’inizio dell’indulgenza, ed ha luogo il 28 agosto al termine del corteo storico.
Questa tradizione ha le sue origini nel XV secolo allorché, per imitazione di quanto accadeva a Roma con il Giubileo, venne predisposto l’ingresso alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio mediante un ingresso laterale, detto Porta Santa; in realtà la Bolla del Perdono non ne fa cenno.
La cerimonia prevede la consegna del documento al sindaco, che lo legge alla cittadinanza, contribuendo ad alimentari i valori sociali e storici del rito religioso.
Il cardinale incaricato dalla Santa Sede batte quindi per tre volte sulla porta con un artistico ramo d’ulivo di bronzo argentato donatogli dal Giovin Signore, e rende possibile l’ingresso alla Basilica e quindi il conseguimento dell’indulgenza.
La Porta Santa rimane aperta sino al tramonto del giorno successivo, 29 agosto, come segno visibile del periodo dell’indulgenza; la porta viene poi chiusa con una piccola cerimonia presieduta dall’Arcivescovo dell’Aquila.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Cathopedia