“Se vi viene sulla bocca di giudicare qualcuno dicendo di lui ha fatto questo, meglio se chiudete la bocca”, ha suggerito ai 5mila presenti nell’Aula Nervi. “Il nostro giudice e’ il Signore, non giuduicate e non sarete giudicati. Nella Chiesa c’e’ posto per tutti: Gesu’ nel Vangelo chiama buoni e cattivi, tutti, non c’e’ differenza”.
Queste le parole pronunciate da Papa Francesco nel corso dell’incontro con le Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione: “Sono contento di essere qui in mezzo a voi per questa giornata di preghiera e di riflessione, con la quale volete celebrare il riconoscimento ufficiale che la Chiesa vi ha offerto con l’approvazione definitiva dei vostri Statuti”. A braccio ha poi aggiunto: “Ma non dimenticare, per favore, che gli Statuti aiutano a andare sulla strada, ma quello che fa l’opera è il carisma, eh? Non avvenga che per custodire tanto gli Statuti, perdiate il carisma: per favore!”.
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Il Papa ha quindi salutato Don “PiGi” Perini “per lo zelo sacerdotale con cui ha lavorato, cercando di essere docile allo Spirito Santo, e da parroco ha dato vita a questa realtà delle Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione, che si è diffusa in diverse parti del mondo”.
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“Voi – ha detto – avete la vocazione di essere come un seme mediante il quale la comunità parrocchiale si interroga sul suo essere missionaria, e per questo sentite irresistibile dentro di voi la chiamata a incontrare tutti per annunciare la bellezza del Vangelo. Questo desiderio missionario richiede, anzitutto, ascolto della voce dello Spirito Santo, che continua a parlare alla sua Chiesa e la spinge a percorrere sentieri a volte ancora poco conosciuti, ma decisivi per la via dell’evangelizzazione. Rimanere sempre aperti a questo ascolto e avere cura che non si esaurisca mai per la stanchezza o le difficoltà del momento, è condizione per essere fedeli alla Parola del Signore, e nello stesso tempo è una spinta a superare i vari ostacoli che si incontrano nel cammino dell’evangelizzazione”.
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“Con il vostro impegno quotidiano, e in comunione con le altre realtà ecclesiali – ha sottolineato – voi aiutate la comunità parrocchiale a diventare una famiglia in cui si ritrova la ricca e multiforme realtà della Chiesa (cfrLumen gentium, 8).
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Incontrarsi nelle case per condividere le gioie e le attese che sono presenti nel cuore di ogni persona, è un’esperienza genuina di evangelizzazione che assomiglia molto a quanto avveniva nei primi tempi della Chiesa. Lo ricorda san Luca, negli Atti degli Apostoli, quando accenna che i credenti «ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo» (2,46-47). Voi Celluledesiderate fare vostro questo stile di vita comunitaria, capace di accogliere tutti senza giudicare nessuno (cfr Evangelii gaudium, 165)”.
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Papa Francesco ha poi aggiunto a braccio: “Il nostro giudice è il Signore e se ti viene in bocca di dire una parola di giudizio su uno o sull’altro, chiudi la bocca. Il Signore ci ha dato il consiglio: ‘Non giudicate e non sarete giudicati’. Convivere con la gente con semplicità, accogliere tutti: perché, accogliere tutti?”. E ha proseguito leggendo il testo: “Per offrire l’esperienza della presenza di Dio e dell’amore dei fratelli. L’evangelizzazione sente forte l’esigenza dell’accoglienza, della vicinanza, perché è uno dei primi segni della comunione che siamo chiamati a testimoniare per avere incontrato Cristo nella nostra vita”.
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“Vi incoraggio a fare dell’Eucaristia il cuore della vostra missione di evangelizzazione, così che ogni Cellula sia una comunità eucaristica dove spezzare il pane equivale a riconoscere la reale presenza di Gesù Cristo in mezzo a noi. Qui voi troverete sempre la forza per proporre la bellezza della fede perché nell’Eucaristia facciamo esperienza dell’amore che non conosce limiti, e diamo il segno concreto che la Chiesa è «la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa» (Evangelii gaudium, 47)”.
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“Questa testimonianza: ma, la Chiesa è la casa paterna. C’è posto per tutti: per tutti. E Gesù dice, anche il Vangelo: ‘Chiamate buoni e cattivi: tutti’. Non c’è differenza”.
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“I vostri Statuti – ha concluso Papa Francesco – sono stati approvati nella Domenica della Divina Misericordia. Possiate sempre testimoniare la tenerezza di Dio Padre e la sua vicinanza ad ognuno, soprattutto a chi è più debole e solo. Rivolga verso di voi i suoi occhi misericordiosi la Santa Madre di Dio; e vi accompagni anche la mia Benedizione. E per favore, ricordatevi di pregare per me! Grazie”.
Di Alessandro Ginotta per PAPABOYS 3.0
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L’incontro è stato fortemente voluto da don Pi.Gi. Perini, fondatore e presidente dell’Organismo Internazionale di Servizio per le CPE. Fu lui stesso nel 1986 a conoscere in Florida questo metodo, adottato da padre Michael Eivers, e a restarne folgorato ed evangelizzato, nonostante i molti anni di sacerdozio alle spalle. “Da quel momento e’ iniziata la svolta per la mia vita personale e sacerdotale, una vera conversione”, dice don Pi.Gi., da sempre impegnato ad avvicinare alla Chiesa i lontani, gli assenti. Anche coloro che lo hanno seguito e ascoltato, e sono tantissimi, hanno visto cambiare la propria vita, ricevendo la gioia di incontrare il Signore Gesù. Molti di questi offrono la propria esistenza come strumento per farLo conoscere, per annunciare il Suo amore grande ed eterno per ciascuno di noi.
L’incontro con il Papa avviene in un anno molto importante per le CPE, che il 12 aprile scorso, festa della Divina Misericordia, sono state riconosciute definitivamente dal Pontificio Consiglio per i Laici, che ha visto nell’Organismo e nel suo metodo di Annuncio, efficacia e valore per la Chiesa Universale. “Questo significa che ogni Vescovo, che lo ritenga opportuno, potrà liberamente adottare questo sistema per l’evangelizzazione della propria diocesi”, conclude don Pi.Gi., riferendosi all’Evangelii Gaudium, in cui il Papa in diversi punti dell’esortazione apostolica, sottolinea l’importanza per la Chiesa di rinvigorire l’identità missionaria dei fedeli laici e sollecitare nei pastori la consapevolezza di far divenire la propria parrocchia una comunità ardente di fede e di evangelizzazione.
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