L’arcidiocesi organizza dal 10 al 12 settembre una “tre giorni” dedicata alla Vita consacrata, con un’attenzione particolare ai giovani. Essi provengono da Mosul e dalla piana di Ninive, oggi nelle mani dei jihadisti. Un momento di riflessione e preghiera sul tema della vocazione, in un contesto di violenze e sofferenze.
Nel contesto delle iniziative in programma per l’anno della Vita consacrata indetto da papa Francesco, l’arcidiocesi di Erbil (Kurdistan irakeno) organizza dal 10 al 12 settembre una “tre giorni” dedicata alla Gioventù e alla Vita consacrata. Un evento realizzato dalla Chiesa caldea locale, in collaborazione con varie congregazioni di religiosi e di religiose, oltre che istituti di vita consacrata e movimenti apostolici che prestano servizio nella diocesi.
Quest’anno l’iniziativa riveste un significato particolare sia per il luogo in cui viene organizzata, sia per la coincidenza temporale. Difatti quando si parla della città di Erbil e, soprattutto, il distretto di Ankawa dove ha sede la diocesi, subito il pensiero va ai profughi cristiani che da più di un anno sono stati cacciati dalle loro case e dalle loro terre a Mosul e nella piana di Ninive.
Per questo l’arcidiocesi di Erbil, assieme alle comunità di Vita consacrata, hanno pensato di offrire una occasione speciale alla gioventù del luogo, un momento privilegiato di riflessione e preghiera comune sul tema della vocazione. Per noi vuole essere una scintilla di speranza, nel mare della discordia, dell’odio, del non-senso…In altre parole: “La vocazione ai tempi dell’Isis”(Stato islamico).
Le giornate hanno come motto “Per loro io consacro me stesso”(GV 17:19), una frase tratta dalla preghiera che Gesù ha recitato durante l’Ultima Cena che sarà il punto iniziale, il filo conduttore e l’idea centrale dei lavori. Il Comitato organizzativo ha preparato tutto quanto potrà rendere le giornate una occasione fertile per rispondere alle domande dei giovani in un contesto di preghiera e contemplazione.
Domani, 10 settembre vi saranno due momenti particolari: il catechismo dell’arcivescovo di Erbil mons. Bashar Matti Warda, che proporrà una riflessione partendo dalla domanda attuale: “La Vita consacrata oggi ha ancora un senso?”. A seguire vi sarà una serata mariana.
Il secondo giorno è ricco di iniziative: dalla preghiera al mattino alla cattedrale di San Giuseppe, seguita dalla riflessione sul tema della speranza nella vita dei giovani e le sue sfide; e ancora, la divisione dei giovani in gruppi per la Lectio Divina sul testo giovanneo del capitolo 17. Nel pomeriggio vi saranno le visite dei giovani ai vari luoghi legati alle congregazioni religiose (conventi, monasteri case…) per far conoscere ai giovani come vivono i consacrati e le consacrate e come seguano ogni giorno i consigli evangelici. Culmine della giornata il momento in cui la gioventù di abbraccia alla misericordia del Padre nel sacramento della Riconciliazione, durante la veglia di preghiera.
Nella giornata conclusiva vi sarà la celebrazione eucaristica, con tutte le intenzioni raccolte, volute e desiderate da tutti i partecipanti. Per le giornate si sono registrati un migliaio di giovani, la maggior parte dei quali provenienti dalle terre e dai villaggi oggi sotto il controllo dello Stato islamico, nell’area di Mosul e nei dintorni.
Attraverso queste giornate, la nostra gioventù vuole trasmettere un unico, grande messaggio: “Dio è con noi e la consacrazione è ancora possibile anche nel contesto attuale, perché lo sguardo deve essere sempre rivolto a Chi ci dice: Per loro io consacro me stesso”.
Redazione Papaboys (Fonte www.asianews.it/ Jinan Shamil Azeez)