In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande». Luca 6,43-49.
Il buono che esce dal cuore.
Mi dice che il cuore è buono.
Come frutto buono in cima ad un ramo buono.
Albero buono. Frutti buoni.
Insegnami la pazienza delle stagioni.
Dell’attesa.
Insegnami ad attendere i frutti.
Ad attendere il bene.
Sempre giudico.
Ma a volte non attendo neanche di ascoltare tutto ciò che esce dalla bocca di un altro.
Giudico subito. Immediatamente. Senza appello.
A volte dico che quella pianta è cattiva, ma neanche ho assaggiato il frutto.
Non ho pazienza.
Non so attendere.
Senza attesa, senza tempo, non si può amare.
Dammi l’amore che sa scavare, che fa uno spazio grande, profondo.
Dammi l’amore che sa essere fondamento, roccia.
Dammi l’amore che è per sempre.
Ti chiamo perché ti amo.
Non ti ascolto perché il tuo amore è esigente.
E allora scivolo via.
Come una casa senza fondamento.
Perdonami amore.
Prendi le mie mani e scaviamo insieme.
Di Don Mauro Leonardi